dal sito www.pdbologna.itLa statua del Nettuno fa da cornice naturale all'andirivieni di persone che si affrettano ad entrare nello storico palazzo di Re Enzo. Una piccola marea di gente che sfida il freddo per accogliere sotto le due torri
Walter Veltroni. Ed è variegato il popolo del Pd. Dallo studente, all'imprenditore, alle donne (tantissime) ai vecchi partigiani. Un insieme che riempie di significato i tanti cartelli "si può fare". Le bandiere che i giovani del Pd distribuiscono, non bastano a coprire tutte le richieste."C'è un entusiasmo incredibile" dice un giovane passando e le sue parole vengono confermate dal boato che accoglie Veltroni, accompagnato dal sottofondo musicale "mi fido di te" di Jovanotti.
"Noi vinceremo" esordisce, strappando immediatamente applausi,
Silvia De Grandis, giovane ricercatrice dell'Enea,che ha aperto l'incontro. È un Veltroni che ha già toccato 31 province italiane quello che prende la parola. Il leader si sofferma sullo stato d'animo nuovo che vede crescere nel paese e che, è convinto, porterà alla vittoria finale per quella che definisce: "La più grande rimonta della storia politica italiana". Ricorda l'esperienza da vice di Romano Prodi nel 1996. "Quando prendemmo un paese sull'orlo di un collasso economico- afferma- e lo portammo in Europa". In seguito pone l'accento sulla grande opera di risanamento dei conti pubblici portata avanti nel governo di centro sinistra negli ultimi 20 mesi.
"Grazie davvero Walter per quello che stai facendo". Interviene telefonicamente il presidente del Consiglio
Romano Prodi, con la sala di Palazzo Re Enzo che esplode in un lunghissimo applauso. "Vi siamo vicini in questo periodo: sarà una battaglia elettorale entusiasmante anche se molto difficile- dice ancora Prodi - una bellissima campagna prova di quanto e' importante oggi e sarà domani il Partito Democratico per questo paese". Il leader democratico richiama all'importanza della scelta di fondare il Pd perché non avvenga più che "una coalizione seghi l'albero su cui si siede". "Noi vogliamo che per la prima volta in Italia ci sia una forza che sappia mantenere quello che promette" riprende poi Veltroni.
Non nomina mai Berlusconi, anche se definisce un bluff il programma elettorale del Pdl."Andate a guardare i dati del Sole 24 Ore", rammenta. Ricorda che il centro destra ha governato sette anni, ed ogni volta è ritornato a promettere le stesse cose. Poi parla dell'Italia del Pd. Descrive minuziosamente l'idea di un paese meno barocco. Un luogo dove chi vuole lavorare deve avere la possibilità di aprire un'attività in un giorno e che le infrastrutture non devono rimanere lettera morta come la Salerno- Reggio Calabria.
Veltroni rivendica la necessità di un Italia che abbia nel cuore il futuro degli anziani e soprattutto abbia la capacità di combattere la piaga della precarietà. "Il nostro non è il libro dei sogni- conclude il segretario del Pd- è il programma di un riformismo vero. Il paese che sogniamo è a portata di mano. Sarà sicuramente figlio della forza e della volontà del popolo dei democratici".
Mentre lascia il palco Veltroni fissa la data del prossimo incontro."Il
9 aprile sarò di nuovo a Bologna. Per tirare le somme, in
Piazza Maggiore, di una delle più belle campagne elettorali di sempre".
Gaetano Alessi