“Il Covid-19 e la guerra in Ucraina ci mettono di fronte all’urgenza di completare e rafforzare l’Unione europea, perché sempre di più l’Europa rappresenta la nostra protezione e la dimensione insostituibile in cui affrontare insieme le grandi sfide del nostro tempo. L’Europa però oggi è ancora una costruzione fragile, per questo va cambiata e resa all’altezza della sua missione storica e delle aspettative dei suoi cittadini”.
Nel pieno di questa crisi internazionale la proposta che su Il Foglio ha lanciato Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, rappresenta una road map da percorrere per poter garantire un futuro ai cittadini europei.
“Sosteniamo l’idea di Letta secondo cui dalla guerra e dalla pandemia devono nascere ‘sette unioni’ che rafforzino la dimensione europea a livello di politica estera, facendo sì che le risposte comuni a livello internazionale diventino la regola e non siano l’eccezione. Va inoltre attivato uno spazio di collaborazione politica allargato ai nostri vicini, costruendo una Confederazione europea che tenga insieme i 27 paesi membri e i paesi candidati. Bisogna finalmente avere politiche comuni di asilo. Le sette unioni – proseguono – sono collegate anche a una riforma della politica economica, con il superamento del Patto di stabilità che deve diventare il Patto di Sostenibilità, che aiuti gli stati a investire in maniera strutturale sulla transizione ecologica e al rilancio di un'economia sostenibile. E per garantire un futuro negli ambiti più strategici vanno definite politiche comuni nel campo dell’energia, della difesa, del sociale e della salute. Infine, dal punto di vista istituzionale la riforma più importante da realizzare in tempi rapidi è quella che riguarda il superamento del diritto di veto e dell’unanimità, perché sono i veti dei governi nazionali che in questi anni non hanno permesso all’Unione europea di essere ancora più efficace nella sua azione”.
“Non c’è più tempo da perdere – concludono –. Sulla scia della Conferenza sul futuro dell’Europa, che si concluderà il 9 maggio prossimo, bisogna lanciare una nuova Convenzione europea, che ridisegni in fretta le regole e le istituzioni comuni perché, tanto più in questo momento storico, oltre alle politiche serve la politica”.