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I sindaci PD concordano nuove azioni contro la mafia

23 marzo 2015

Pubblicato in: Iniziative pubbliche
Segnalato dal coordinamento di: Reggio Emilia
Convocati dal segretario Andrea Costa si sono riuniti venerdì 20 marzo 2015 nella sede dell’Unione provinciale PD di via Gandhi i sindaci del Pd per fare concordare alcune nuove azioni amministrative utili a contrastare il fenomeno mafioso sul territorio. In attesa di attivare alla sottoscrizione del nuovo protocollo cui sta lavorando la prefettura, i comuni utilizzeranno o intensificheranno alcune forme di controllo sulle licenze commerciali, utilizzando il Sistema comunicazioni antimafia (SICEANT): una banca dati in grado di dire immediatamente se il richiedente la licenza abbia in corso o abbia avuto procedimenti giudiziari. Con l’obiettivo di aumentare i controlli a monte, ossia prima che un procedimento amministrativo sia già un atto, i comuni, attraverso le Unioni o attraverso il costituendo ufficio appalti provinciale giungeranno alla creazione di elenchi di fornitori, andando così anche ad intensificare i controlli per quanto riguarda le ditte fornitrici di prestazioni e servizi. “Il nuovo protocollo antimafia nasce dall’esigenza di indagare meglio quello che accade nei lavori commissionati dal privato ed eseguiti dal privato - spiega il segretario del Pd Andrea Costa - nel frattempo i nostri amministratori si fanno ulteriormente parte attiva introducendo l’uso di nuovi strumenti in particolare l’utilizzo del SICEANT sulle licenze commerciali, oltre a sgravare gli altri organi dello stato ci consentirà di meglio governare l’apertura di locali pubblici sui nostri territori. Mentre la creazioni di elenchi fornitori che abbiamo come obbligatorio il requisito in capo alla ditta dell’iscrizione alla white list ci consente di superare il limite della volontarietà all’iscrizione stessa previsto dalla normativa che regola il mercato delle imprese di servizi”. L’assemblea dei sindaci ha sottolineato come ancora una volta gli enti reggiani si facciano capofila nella costruzione di nuovi strumenti amministrativi, andando oltre alle prerogative in capo ad un sindaco, nella speranza che questo approccio diventi prassi recepita in una legislazione nazionale. “Sappiamo che questi procedimenti arrecheranno allungamento nei tempi di risposta rispetto alle pratiche ma non essendo agenti inquirenti, possiamo semplicemente agire in questo modo, ricorrendo ad atti amministrativi utili a contrastare il fenomeno mafioso”. Tornato d’attualità, si è discusso anche del caso Brescello: “Abbiamo ribadito – continua il segretario del PD – l’inadeguatezza dei comportamenti in relazione al ruolo istituzionale. Gli amministratori PD hanno una sensibilità alta verso il fenomeno mafioso e sono impegnati a contrastarlo e ad isolarne i rappresentanti. Il clima di isolamento in sui si trova oggi Brescello deve indurre alla riflessione chi ha ruoli di rappresentanza locale. Auspichiamo che la Commissione richiesta dall’on. Claudio Fava arrivi il prima possibile a Brescello. Crediamo che sapere se c’è qualcosa che non va in quella amministrazione sia fondamentale per determinare l’azione giusta anche da parte di chi li ha responsabilità: sul fatto che ciò che Coffrini ha detto sia inaccettabile siamo tutti d’accordo. Coffrini stesso, lo ribadiamo, non è iscritto al Pd, il suo mandato di sindaco è assegnato dalla Costituzione al consiglio comunale che deve agire informato e nelle condizioni più serene possibile”.
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