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Bonaccini:"Troppi bolognesi vogliono correre per le Europee"

4 aprile 2014

Pubblicato in: Interviste

«Basta liti nel PD, ora si lavori sulle amministrative. Saremo giudicati dai risultati». Stefano Bonaccini conferma per ora il congresso a giugno per eleggere il suo successore e annuncia una conferenza programmatica sulla Regione a metà maggio a Reggio Emilia, «in stile Leopolda». Fino ad allora però richiama il PD a impegnarsi pancia a terra sulle elezioni «e di pensare ai problemi dei cittadini, non alle carriere». Stop anche alle polemiche sulle candidature a Bruxelles, col renziano Benedetto Zacchiroli in competizione col cuperliano Salvatore Caronna per l’Europarlamento. «Caronna ha lavorato bene. Non c’è nessun veto su Zac, ma anche lui è bolognese. Bisogna discuterne» dice Bonaccini in apparente rotta di collisione con Matteo Richetti, renziano doc che sponsorizza Zacchiroli. «Ci stimiamo, ma abbiamo due caratteri forti» ammette.

Tradotto: non andate d’accordo. Anche sulle primarie di Modena non siete parsi in sintonia. Che succede?

«Ripeto, abbiamo caratteri forti, e cerchiamo di far valere le nostre ragioni, ma posso garatntire che tra noi c’è grande stima. Sulle Europee ci confronteremo tutti venerdì (stasera, ndr) in direzione, come si fa in un partito democratico»

E la lista non è ancora chiusa. Ci sarà o no Zacchiroli?

«Stiamo ai fatti. Alla scorsa direzione regionale abbiamo deciso che il capolista fosse Paolo De Castro. Decisione apprezzata anche da Romano Prodi. Poi abbiamo stabilito che era giusto ricandidare Caronna, per il buon lavoro svolto a Bruxelles. È l’unico uscente riconfermato, dopo il ritiro di Vittorio Prodi, che ringrazio per il grande impegno di questi anni. Zacchiroli ha competenze e qualità. L’ho chiamato io a occuparsi di Europa nell’esecutivo regionale, lo stimo. Il problema è che è espressione del territorio bolognese pure lui. Vedremo, ma sia chiaro che non esistono veti per nessuno».

Intanto c’è da preparare le amministrative. Dove fissa l’asticella della soddisfazione?

«Puntiamo a riconfermarci nei 5 capoluoghi e dove governiamo, ma anche a riconquistare Sassuolo e Fidenza. Basta che non si considerino queste amministrative come una passeggiata. L’avversario da noi è il M5S, che avrà il traino delle Europee. Dobbiamo essere uniti per essere credibili, e i cittadini chiedono che ci si occupi dei loro problemi, non delle nostre carriere».
 
A proposito di questo, lei non si ricandida a segretario regionale e alcuni ora vorrebbero un rinvio del congresso in autunno.

«Per me possiamo fare il congresso il 22 giugno. Eventuali cambiamenti devono essere decisi insieme. Intanto la prossima settimana presenteremo la conferenza programmatica regionale, a metà maggio a Reggio Emilia. Sarà un evento in stile Leopolda, con venti tavoli tematici e una plenaria che disegni l’Emilia-Romagna del futuro».

È possibile un accordo unitario per il prossimo segretario regionale? S’è parlato di un patto col cuperliano Andrea De Maria: lui leader regionale e lei presidente in viale Aldo Moro.

«Vorrei un congresso con al centro il modello di partito e le idee per una nuova Regione. Sui contenuti si potranno formare alleanze e convergenze. Di conseguenza l’individuazione di nomi e cognomi».

Intanto per lei potrebbe arrivare un nuovo incarico in segreteria nazionale. Magari all’organizzazione?

«Per ora posso dire che sto facendo una bellissima ed impegnativa esperienza agli Enti Locali. Con Renzi mi trovo benissimo e sentiamo tutto il peso e la responsabilità di dover ridare speranza ad un Paese sfiduciato».

Sempre se il PD non si spaccherà sulle riforme

«Sì, devo dire che non ho condiviso le opinioni del Presidente del Senato Grasso. Bene invece le proposte avanzate da Errani a nome delle Regioni, e mi auguro che il governo le recepisca. L’importante è che le riforme procedano spedite, guai a fermarsi ora».



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