«La lista dei candidati è stata approvata praticamente all'unanimità, grazie al lavoro della direzione regionale e nazionale. Concentrarsi su polemiche strumentali e del tutto interne nuoce solo al Pd che, in questa campagna elettorale, deve raccogliere il grande successo delle primarie e non dare l'idea di un partito diviso». Paolo Calvano, numero uno dei segretari provinciali e braccio destro del segretario regionale Stefano Bonaccini, replica così a chi contesta il listino blindato di Bersani e aggiunge: «Sono d'accordo con il segretario provinciale Raffaele Donini. Bisogna abbassare i toni».
Calvano, la protesta per i "paracadutati" nel listino nazionale non accenna a spegnersi...«Bisogna evitare di lasciarsi andare a polemiche strumentali. La lista è stata approvata all'unanimità e rispetta in pieno lo spirito delle primarie. In più, in quota nazionale, si sono anche realizzate le migliori previsioni di una predominanza dell'elemento emiliano-romagnolo. Così si rischia di rovinare il grande successo delle primarie. Siamo l'unico partito ad aver realizzato un'esperienza del genere con questi risultati. Dobbiamo valorizzarla».
Ritiene che le liste siano state compilate in modo equo?«Assolutamente. Tutti i territori sono stati rappresentati allo stesso modo. In più è stata rispettata la parità di genere (quasi il 50% di donne) e sono state espresse le diverse componenti della società civile. Figurano parlamentari uscenti ma anche candidati giovanissimi che hanno vinto le primarie».
C'è molto scontento in particolare per nomi come quello dei parlamentari Carlo Sangalli e Gianluca Benamati...«Sono stati scelti nell'ambito delle decisioni del nazionale che, come già si sapeva, avrebbe espresso il 10% dei candidati. Sono stati indicati per il lavoro svolto nella passata legislatura e per le competenze espresse sul territorio e a livello nazionale».
Benamati, però, sarà eletto nelle liste del Piemonte e molti dicono che, in questo modo, non potrà occuparsi delle questioni emiliano-romagnole...«Benamati, ripeto, è stato scelto dalla segreteria di Bersani per il suo lavoro a livello nazionale. Detto questo, chiaramente si impegnerà anche in Piemonte ma certo non si dimenticherà di essere bolognese».
Salvatore Vassallo vuole lasciare il partito, cosa ne pensa?«Mi dispiace molto ma spero che, passato il primo momento di delusione per la sconfitta resti nel Pd. Ci sono tanti motivi per farlo».