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Caronna: č il momento di concentrarsi sulla sostanza

20 settembre 2008

Pubblicato in: Interviste

di Silvia Bignami

“Basta discussioni da ceto politico. Il consenso va conquistato voto per voto. Niente va dato per scontato". Soprattutto la vittoria. A meno di un anno dalle elezioni il segretario regionale Salvatore Caronna richiama all’ordine il PD. Testa bassa e tutti al lavoro "con umiltà". Il sindaco Sergio Cofferati, che ha "il dovere", sottolinea, di fare il suo tour nei quartieri per incontrare i cittadini. La giunta, "che deve spiegare che cosa ha fatto". E anche il PD, che deve mettere da parte le guerriglie interne. Basta scaramucce tra minoranze scontente e alleati ansiosi di alzare il loro prezzo. Basta col vizio di "impiccarsi" alle primarie, vere o presunte, di partito o di coalizione, aperte o blindate. Basta, insomma, con l’abitudine tipica della sinistra a "massacrarsi le parti basse" condannata anche dal leader Walter Veltroni, col quale Caronna, Cofferati e il segretario provinciale Andrea De Maria hanno avuto un colloquio riservato a cena la scorsa settimana alla Festa dell’Unità. "E’ il momento - insiste il segretario - di concentrarsi solo sulla sostanza" .

Sembrerebbe che abbiate paura di perdere. Eppure alle politiche a Bologna il PD ha preso il 49%.
Io dico che bisogna lavorare perché il centrosinistra vinca. Ma penso anche che non ci siano rendite di posizione per nessuno. Ogni elezione fa storia a sé e i rischi ci sono sempre. Di molti tipi, da quello degli avversari a quello dell’astensionismo. Dobbiamo affrontare con proposte serie e con un atteggiamento di umiltà ogni tipo di scadenza. Nessuno può arrogarsi il consenso dei cittadini, in virtù del risultato delle elezioni precedenti. Va sempre conquistato ricominciando tutto da capo.

Chi parla di "rischio sconfitta" però dà la colpa a Cofferati.
Io credo che Cofferati per molti sia un alibi dietro al quale trincerarsi per non affrontare i problemi veri. Che sono quelli di tutte le città, non solo di Bologna. Sono l’immigrazione, l’insicurezza, il lavoro. È di questo che dobbiamo parlare. Per questo credo che il sindaco faccia bene a fare un giro nei quartieri. Anzi, credo che abbia il "dovere" di farlo. E con lui la sua giunta. Per spiegare quello che hanno fatto finora. Per incontrare i cittadini e parlare con loro.

Le primarie non potrebbero servire proprio a "riallacciare un rapporto con la città", come chiede il leader dei bindiani Antonio La Forgia?
Le primarie sono solo un modo per scegliere i candidati. Un modo più democratico di altri forse. Ma solo questo: un mezzo. Non un fine.

Tra l’altro le primarie non hanno portato molta fortuna quando i vincitori erano già certi in partenza, come è accaduto a Prodi e a Veltroni. Cofferati è sicuro di vincerle. Non sarà meglio non farle?
Io dico che si faranno se ci saranno candidati con le firme necessarie. Sento troppa "agitazione" attorno a questo tema. Troppe discussioni. Ci siamo dati delle regole e delle procedure, ora seguiamo quelle. Senza dimenticare che in tante province della nostra Regione non si fanno. Sono un mezzo utile, ma va usato con intelligenza. Non vorrei che si perdesse di vista il fatto che l’obiettivo è vincere le secondarie, non le primarie. E per quello serve la sostanza. La capacità di cogliere la sfida del cambiamento di questa città. Di non condannarla alla scomparsa sotto l’influsso del modello lombardo, ma di valorizzare e sviluppare l’esperienza emiliana.

Una parola sul centrodestra. Sembra che la sfida del 2009 sarà di nuovo con Giorgio Guazzaloca. Il muro potrebbe cadere di nuovo?
Il muro è già caduto una volta, e Guazzaloca è solo una fotografia ingiallita.

Ma lei pensa che l’ex sindaco voglia riprovarci?
Credo che ne abbia una gran voglia.

Intervista pubblicata su Repubblica Bologna di sabato 20 settembre



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