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Partito Democratico - Emilia-Romagna
  giovedi 28 marzo 2024 Partito Democratico Emilia-Romagna
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L'Emilia-Romagna in prima fila contro gli attacchi alla scuola pubblica

12 settembre 2008

Pubblicato in: Interviste

Sabato 13 settembre, alle 10, il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna organizza nell’ambito della Festa del PD di Bologna il dibattito “Contro i tagli del governo all'istruzione: le idee e le esperienze dell'Emilia Romagna per una scuola di qualità” (consulta il programma).

Marilena Pillati, Responsabile Scuola e Università del PD Emilia-Romagna, introduce i temi che saranno oggetto di discussione e confronto in occasione dell’appuntamento.

Marilena Pillati, sotto quali auspici si apre l’anno scolastico alle porte?
Questo anno scolastico comincia sotto i peggiori auspici. Non solo la scuola, come spesso accade, si trova a dover fare i conti, in questo periodo, con problemi relativi alle carenze d’organico, ma anche con un clima che si è sviluppato in questi mesi nel Paese, al quale ha fortemente contribuito il nuovo Ministro, che non riconosce alla scuola né il ruolo, né tantomeno gli elementi di qualità.
Se i provvedimenti di questo Ministro avranno effetto sull’organizzazione didattica a partire dal settembre 2009, il messaggio lanciato però fin da ora induce processi dentro la scuola, che non vanno nella direzione del suo miglioramento.
Autorità, gerarchia, fatica e merito sono le parole chiave che caratterizzano la scuola di questo Ministro, così tristemente lontana dal progetto di un sistema scolastico in grado di accompagnare tutti i ragazzi e le ragazze - tutti, e non uno di meno - al successo formativo.

Terminati i dibattiti estivi su fiocchi, grembiuli e voti in condotta, il Governo Berlusconi annuncia drastici tagli occupazionali nel settore e una significativa riduzione dei fondi pubblici nel prossimo triennio. Che scuola dobbiamo aspettarci d’ora in avanti, e come verranno attuati a suo avviso questi tagli?
Con i nuovi decreti a partire dal gennaio 2009, i genitori iscriveranno i loro figli in una scuola che sarà più povera di risorse, di tempo, di relazioni, di opportunità formative e di inclusione. Una scuola sempre meno equa, che non riuscirà a ridurre le differenti opportunità di accesso al sapere che i bambini presentano in ingresso. Una scuola che tenderà dunque ad acuire le diseguaglianze e non a promuovere mobilità sociale.
Nessuna analisi seria delle criticità della scuola è stata fatta, nessuna riflessione sulla necessità di rivedere la sua organizzazione o di definire nuovi modi di formare e preparare gli insegnanti, nessuna valutazione dei bisogni educativi e formativi di una società in profonda trasformazione: la scuola è per questo Governo solo un capitolo di spesa.
Il Governo Prodi aveva operato per ridurre e qualificare la spesa pubblica, investendo però, sugli elementi di qualità del sistema. Ora invece non si è scelto di eliminare sprechi e inefficienze, piuttosto di procedere con tagli indiscriminati e lineari. In una regione come l’Emilia-Romagna, ad esempio, dove il numero di studenti per classe e il rapporto numerico tra allievi e insegnanti sono molto elevati, la manovra finanziaria 2009 porterà all’aumento di un punto il rapporto tra studenti e insegnanti, esattamente come altrove.
Si procederà anche a una riorganizzazione della rete scolastica, che prevede la chiusura (o accorpamento) delle istituzioni scolastiche con meno di 500 o 600 studenti, che colpirà in modo pesante tanti piccoli centri e i Comuni della montagna.

Come se non bastasse, il primo settembre in Gazzetta Ufficiale è apparso un nuovo decreto che riduce il tempo scuola a 24 ore e introduce nuovamente la figura del maestro unico. A cosa si va incontro in virtù di questi ulteriori provvedimenti?
L’introduzione del maestro unico, di cui si sta discutendo, non riscuote consensi dal mondo degli educatori e dei pedagogisti e appare una mera operazione per “far cassa”. I dati Ocse, tanto evocati dal Ministro, rendono davvero incomprensibili gli interventi del Governo sulla scuola elementare, considerata invece proprio dall’Ocse tra le migliori a livello internazionale. Il maestro “tuttologo” con un tempo scuola ridotto e privato del confronto e della dialettica pedagogica, avrà maggiori difficoltà in classi che sono sempre più numerose ed eterogenee, e ciò produrrà un impoverimento delle relazioni e degli insegnamenti. I ragazzi si presenteranno sempre più deboli e fragili nei successivi livelli del percorso scolastico in cui si concentrano, come testimoniano i dati Ocse, le maggiori criticità.

Passiamo all’Emilia-Romagna, da sempre distintasi per un sistema formativo di elevata qualità. Quanto peserà anche su questi territori il nuovo corso del centro destra?
In Emilia-Romagna siamo in presenza di un servizio scolastico e formativo di qualità dall’infanzia, ai vari gradi scolastici, alla formazione professionale, superiore, universitaria e continua, nonostante la spesa statale sia inferiore a quella di altre regioni. Questo risultato è il frutto di un forte investimento da parte degli enti locali sul sistema dell’istruzione, che si ritiene essere motore di sviluppo economico del territorio e opportunità di crescita per i cittadini. Ma i tagli previsti dal Governo proprio in Emilia-Romagna, che presenta la più alta presenza di bambini stranieri nelle scuole e dove il tempo pieno, anche per una forte partecipazione femminile al mercato del lavoro, ha una forte tradizione, incideranno pesantemente sugli elementi di qualità e di inclusione del sistema scolastico e sulla vita delle famiglie.
Non si deve poi dimenticare che ai tagli lineari sulla scuola si aggiungono i tagli pesantissimi ai bilanci degli enti locali che, associati alle minori entrate derivate dall’abolizione dell’ICI, andranno ad incidere sulla capacità dei Comuni di garantire servizi fondamentali quali asili nido, scuole d’infanzia comunali, mense scolastiche, trasporto scolastico, investimenti e manutenzione degli edifici scolastici, interventi per il diritto allo studio per bambini o ragazzi con disabilità o in condizioni sociali ed economiche disagiate. È probabile che siano molti i Comuni che dovranno ricorrere ad aumenti delle tariffe di servizi scolastici, e ciò andrà ad incidere sui bilanci delle famiglie che potranno anche doversi fare carico dei costi di ulteriori servizi tagliati.

Sabato 13 settembre, alla Festa del PD di Bologna, si terrà l’incontro “Contro i tagli del Governo all’istruzione: le idee e le esperienze dell’Emilia Romagna per una scuola di qualità”. Quali i presupposti che hanno portato alla sua organizzazione, e di cosa si discuterà durante i lavori?
Per il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna è una priorità dell’agenda politica un lavoro di confronto con gli operatori della scuola, con gli amministratori pubblici, con le famiglie, con le forze sociali ed economiche, non solo per prefigurare una risposta all’iniziativa del Governo, ma anche per valorizzare e riconoscere le esperienze presenti nella nostra regione che hanno fino ad ora garantito una scuola inclusiva e di qualità.
Per questo, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico organizziamo il primo di una serie di appuntamenti di riflessione sui temi della scuola. Siamo convinti che la scuola dell’autonomia e le famiglie stiano attendendo, qui come altrove, che vengano affrontate con serietà alcune questioni importanti e vorremmo che dalle competenze e dalle esperienze presenti nella nostra regione venissero contributi e proposte a un dibattito più ampio.

Terminate le Feste, l’attività politica del PD entrerà nel vivo anche nei territori. Sono in programma iniziative e progetti sulle tematiche della scuola e della formazione su impulso del PD Emilia-Romagna?
È dall’appuntamento del 13 settembre che partirà una programmazione delle iniziative di discussione e confronto con gli enti locali, con le organizzazioni sindacali e con le famiglie da realizzare nei territori, dove del resto nelle diverse Feste che si sono svolte si è già avviato il dibattito con iniziative specifiche.
Più nello specifico, il 26, 27 e 29 settembre aderiremo alla mobilitazione nazionale indetta dal PD per la promozione di incontri, assemblee e altre iniziative informative e di divulgazione davanti alle scuole con i genitori, gli insegnanti, gli studenti e i lavoratori. Approfitteremo dell’occasione anche per raccogliere le firme per la petizione “Salva l'Italia”, in preparazione della manifestazione nazionale del 25 ottobre.
Infine, nell’ambito di un percorso di elaborazione ed approfondimento di temi che riguardano la vita dei cittadini, il Partito Democratico dell’Emilia-Romagna ha già previsto una Conferenza Regionale sui temi della conoscenza che si svolgerà all’inizio del prossimo anno.


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