Conferenza nazionale delle Donne PD
Roma, sabato 25 giugno 2011Laddove le conferenze delle donne del PD - nazionale, regionale e locale - hanno operato con impegno, si sono ottenuti dei risultati particolarmente positivi nelle elezioni amministrative e nei referendum. "Si può fare" è stato il motto che ha accompagnato la campagna referendaria in relazione al raggiungimento del quorum. "Si può fare" è quello che dobbiamo ripeterci con convinzione rispetto ad una rappresentanza paritaria di genere nelle istituzioni pubbliche locali e nazionali. In Emilia-Romagna, dove sono andati al voto oltre un milione di cittadini per rinnovare i governi di città importanti come Bologna, Rimini e Ravenna, si sono conseguiti risultati molto positivi per quello che riguarda le donne elette e la costituzione delle giunte comunali e provinciali, a seguito di un impegno intenso e radicato nella società delle donne del PD. Il 31% degli eletti sono donne, un dato rilevante, in particolare se si considera il sistema elettorale basato sulla preferenza unica, che penalizza fortemente le donne. Le nuove giunte provinciali e dei Comuni superiori ai 15mila abitanti sono composte per il 43% da donne; mentre Comuni capoluogo, come Bologna e Rimini, hanno giunte paritarie. Numerose sono le donne vicesindaco e presidenti di Consigli Comunali importanti, tra cui Bologna, la cui Presidente del Consiglio è Simona Lembi, componente del coordinamento nazionale della Conferenza.
Anche per i referendum il voto delle donne è stato decisivo per il raggiungimento del quorum, avendo le donne votato in modo significativamente più rilevante rispetto agli uomini.
Durante la campagna referendaria la Conferenza delle donne dell'Emilia-Romagna - vi segnalo che sto svolgendo il mio intervento anche a nome della coordinatrice Lucia Bongarzone, che non ha potuto essere personalmente presente - ha utilizzato strumenti informativi costruiti dal punto di vista delle donne; alle elezioni amministrative le donne della Conferenza PD hanno sostenuto candidature femminili attraverso presentazioni, iniziative specifiche ed invio di materiali dedicati.
"Si può fare" e ora si deve andare avanti, consolidando i risultati. In particolare, in Emilia-Romagna abbiamo come obiettivo la modifica degli statuti comunali e provinciali, inserendo il vincolo di quote paritarie nelle giunte e nelle nomine nelle aziende pubbliche e negli enti di secondo livello.
Le donne sono state percepite come forza di cambiamento e, insieme con i movimenti, hanno contribuito a quella grande mobilitazione popolare che ha portato alla conquista di amministrazioni locali importantissime, ad un grande recupero di consensi per il centro sinistra, soprattutto nel nord del Paese, e ad una straordinaria vittoria ai referendum.
Sono convinta che i movimenti intorno ai quali tanti cittadini si sono mobilitati abbiano determinato questi splendidi risultati elettorali: innanzitutto il movimento delle donne, che ha portato alle bellissime piazze del 13 febbraio. Ma non vanno dimenticati i movimenti della scuola e degli studenti; cito, in particolare, la manifestazione del 14 dicembre, in cui centinaia di migliaia di studenti hanno invaso pacificamente le strade di Roma a difesa dell'università pubblica e per il loro futuro. Mentre si svolgeva quella manifestazione, e in evidente contrasto, al Senato, in un clima di intimidazione e di ricatto, Berlusconi otteneva la fiducia attraverso una vergognosa compravendita di parlamentari, e intorno al Senato pochi violenti e facinorosi cercavano, attraverso l'assalto ad una istituzione della Repubblica, di inquinare la forza del movimento degli studenti.
Voglio ricordare, infine, la manifestazione del 12 marzo, anch'essa grande e forte, in difesa della Costituzione e della scuola pubblica, aggredita e indebolita dagli insostenibili tagli e dalle denigrazioni del Ministro Gelmini e del Governo.
Il Partito Democratico deve continuare il suo cammino politico a fianco di questi movimenti, senza alcuna pretesa di egemonia, considerandoli un grande valore della democrazia. Essi, infatti, esprimono una volontà di forte cambiamento nel governo del Paese e pongono al centro valori profondamente politici, quali il recupero della comunità, delle relazioni, della solidarietà e del fare insieme, superando l'individualismo esasperato, portato a valore fondante del berlusconismo: nessuno si salva da solo, in particolare di fronte alla grave crisi economica e occupazionale che il Paese sta vivendo.
I movimenti sono ben lontano da quella espressione dell'antipolitica, che pur esiste nel nostro Paese e che, vista dal Senato, costituisce per me, come per tutti coloro che credono nella buona politica, un elemento di grande sofferenza. Ma è vero che c'è anche tanta cattiva politica, che dà spazio al populismo, del resto cavalcato in prima persona dal Presidente del Consiglio, e all'antipolitica.
Roberta Agostini (
http://beta.partitodemocratico.it/doc/211990/conferenza-nazionale-delle-donne-democratiche-il-nostro-tempo-adesso.htm) ha avanzato quattro proposte concrete e condivisibili, in quanto pongono al centro il grande tema della "doppia presenza delle donne", che costituisce il fondamento delle discriminazioni sul lavoro, nella politica e nella società, che ancora le donne subiscono, pur essendo molto spesso più istruite e preparate, più capaci di relazioni complesse e di integrazione delle competenze e delle professionalità nel lavoro come nella vita sociale. Le donne italiane, in particolare, vivono il peso della "doppia presenza" in termini di maggior carico di lavoro e di responsabilità per l'educazione e la cura dei figli, il sostegno degli anziani non autosufficienti e il complessivo funzionamento dell'organizzazione familiare. In sintesi, le proposte sono:
1. Reintroduzione della norma vs dimissioni in bianco, che il governo Berlusconi ha cancellato nei primi mesi dal suo insediamento
2. La maternità sia davvero un diritto universale, estendendo l'indennità al 100% della retribuzione per tutte e tutelando anche le donne che non lavorano
3. Introduzione del congedo di paternità obbligatorio, perché si possa davvero parlare di condivisione e non solo di conciliazione
4. Un piano straordinario di asili nido, che non solo consente alle donne e agli uomini di lavorare, ma innesca un processo virtuoso perché mette al lavoro imprese e persone.
Per sostenere queste proposte occorrono risorse che possono essere acquisite utilizzando, esclusivamente per queste finalità, tutti i risparmi conseguiti con l'innalzamento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne del pubblico impiego.
Il nostro tempo è adesso: questo significa che non possiamo né perdere tempo, né commettere imperdonabili errori. Dobbiamo essere determinate nel perseguire l'innovazione nel governo ed il cambiamento del Paese, per farlo uscire da una profonda crisi economica e sociale. Occorrono determinazione, consapevolezza che non si conquista tutto e subito e tanta, tanta coerenza, essenziale per la credibilità nostra, della politica e delle istituzioni.
Mariangela Bastico