Così Marco Lombardelli dall'incontro "In Europa. Bologna, l'Emilia-Romagna e il ruolo dei Democratici", svoltosi a Bologna, alla Festa di Borgo Panigale, sabato 29 maggio.
Non partiamo da zero: Bologna ha bisogno di fiducia e stabilità. In questi anni il centrosinistra ha messo in campo progetti che sono risultati vincenti. Ora dobbiamo realizzare una forte innovazione per un progetto di lungo periodo che sappia allargare le basi del consenso".
Marco Lombardelli, c
oordinatore dell'esecutivo regionale del PD dell'Emilia-Romagna calibra le parole, ma non lascia spazio né a polemiche, né a chiacchiere. Sabato sera, Festa dell'Unità di Borgo Panigale, uno dei bastioni delle periferie rosse di Bologna. Sul palco
Salvatore Caronna, eurodeputato democratico,
Antonio La Forgia, deputato del PD, Lombardelli e
Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e dirigente di punta dei Democratici bolognesi.
La serata è dedicata all'Europa e al ruolo dei Democratici nell'Ue, ma inevitabilmente il dibattito scivola sulle questioni locali: la città commissariata, il ruolo del Pd, la scelta del candidato per le elezioni dell'anno prossimo... Lombardelli mette paletti fermi: stop al totonomi, candidato che sappia raccogliere una vasta alleanza ("dobbiamo saper allargare"), capacità di creare nuovi blocchi sociali... Un menù ricco, che La Forgia condisce con la proposta di primarie con molti candidati, per "avere un sindaco davvero civico, civico nel senso di scelto dai cittadini e non di non iscritto al PD". Netto anche Caronna che ricorda come "ci sono tutte le possibilità per riavviare un percorso positivo. Il prossimo sindaco? Deve dire: se non realizzo la città metropolitana in 2/3 anni mi dimetto". Un ragionamento che fa il paio con quello di Saliera: "non dobbiamo avere paura, dobbiamo - incalza la vicepresidente della Regione - saper ascoltare e poi decidere. E non cambiare idea alla prima brezza". Un discorso che vale tanto per l'amministrazione, quanto per l'imminente congresso del PD bolognese.