
			    "Puntuale anche quest'anno a una settimana dalle elezioni amministrative  e il giorno prima dell'assemblea di Confindustria a Bergamo arriva il  cosiddetto 
decreto sviluppo".     E' il commento sarcastico di  
Stefano Fassina, responsabile Economia e lavoro del PD, secondo il quale  quello del governo "è un intervento essenzialmente propagandistico dove
 le uniche misure utili sono quelle che correggono gli errori fatti da precedenti decreti del governo Berlusconi".
"Si  tratta - prosegue Fassina - del bonus ricerca che tenta di rimediare  allo smantellamento del credito di imposta per ricerca ed innovazione  introdotto dal governo Prodi e vanificato nella manovra del 2008 dal  famigerato click day.     Si tratta del bonus occupazione nel Mezzogiorno  che solo in piccola parte recupera il credito di imposta introdotto dal  governo Prodi con la legge Finanziaria per il 2008.     Si tratta della  rimozione della norma per l'esecutività immediata degli accertamenti  introdotta dal ministro Tremonti lo scorso anno.
Si tratta  dell'esclusione dalle disposizioni sulla tracciabilità dei pagamenti  delle transazioni con strumenti di pagamento elettronici che sin  dall'inizio non sarebbero dovute essere incluse".
"Vi sono poi -  insiste Fassina - altre norme bandierina, come quelle per la  razionalizzazione dei controlli sulle imprese: gli interventi possono  essere fatti attraverso strumenti amministrativi gia' nella piena  disponibilità dei ministri competenti se soltanto avessero voluto  davvero farli.
Sono molto pericolose, invece, le norme per innalzare  le soglie degli appalti conferiti attraverso trattativa privata: lo  spazio per gli amici della cricca aumentano.     Infine, gli interventi per  il settore turistico-balneare sono un bluff dannoso in quanto si propone  l'allungamento a 90 anni di concessioni la cui regolazione e' oggetto  di procedura di infrazione da parte della Commissione europea per la  quale il governo continua ad essere inadempiente.     Manca invece un  intervento molto semplice, realmente utile allo sviluppo: la  sterilizzazione dell'aumento dell'Iva sul prezzo dei carburanti.     la  norma e' stata introdotta nel 2007 dal governo Prodi e consente di  ridurre le accise in presenza di maggior gettito Iva dovuto a prezzi  superiori a quanto previsto nella legge di stabilita'".
Insomma -  conclude Fassina - siamo di fronte all'ennesimo propagandistico decreto  sviluppo una settimana prima delle elezioni mentre e' in arrivo un vero  decreto di tagli e tasse una settimana dopo la scadenza elettorale".
Il DL Sviluppo? Per 
Antonio Lirosi,  Responsabile Consumatori e Commercio del PD è un altro passo indietro  fatto dal Governo: liberalizzazioni sono assenti e la rinegoziazione di  Stato è solo per pochi.
"Nel corposo e discutibile testo di legge  approvato dal Consiglio dei Ministri si ravvisano norme confuse, misure  parziali e insufficienti per stimolare la crescita economica e la  domanda interna, che sembrano scritte più con l'intento di farle uscire  sui quotidiani e sul sito del Mef qualche giorno prima delle elezioni  amministrative.
L'ennesimo decreto legge del governo non contiene 
nessuna delle misure di liberalizzazione auspicate  da più parti e proposte anche dal Pd nel PNR alternativo a quello del  governo.     Ancora una volta il ministro Tremonti si dimostra l'unico  giocatore in campo e il ministro delle Sviluppo economico non riesce a  far inserire, nel decreto sviluppo, le norme del fantomatico ddl annuale  sulla concorrenza atteso ormai da un anno e mezzo.     
La norma per  il trasferimento dei mutui da tasso variabile a tasso fisso potrebbe  rivelarsi un bluff: riguarderà un numero limitato di contratti in  essere; non è chiara quale sarà la convenienza economica per i mutuatari  rispetto alle operazioni di portabilità che oggi costituiscono un  quarto delle operazioni effettuate e consentono alle famiglie di  trasferire o rinegoziare un mutuo a condizioni più convenienti secondo  le offerte di mercato.     Insomma una rinegoziazione di Stato che non crea  problemi agli istituti di credito.     Le precedenti norme di Tremonti sulla  rinegoziazione, contenute nel decreto legge 185 del novembre 2008, si  sono rivelate inefficaci perché il tasso stabilito dalla legge è poi  risultato non conveniente per i cittadini in quanto superiore ai tassi  di mercato che all'epoca risultavano in discesa.     Una nota positiva  invece viene dalla correzione di una precedente norma del governo in  materia di portabilità dei mutui perchè chiarisce che per i mutui  ipoetecari non c'è bisogno dell'atto notarile per la cancellazione  dell'ipoteca, come previsto dal decreto Bersani del 2007 e secondo  quanto richiesto dal PD in una recente risoluzione parlamentare".
Ma  le preoccupazioni non finiscono qui.     Un'altra norma deliberata dal DL  sviluppo lancia un chiaro allarme per la possibilità di abusi e  deregolamentazione urbanistica: 
la concessione per 90 anni degli stabilimenti balneari ai privati.
Il  testo prevede la possibilità di ottenere un "diritto di superficie"  della durata di 90 anni per le spiagge, che sostituisce l'attuale  concessione.     La capogruppo del PD nella commissione Ambiente, 
Raffaella Mariani  ha spiegato che questa "modifica ha effetti sostanziali: con la  concessione si ha un rapporto tra l'amministrazione concedente e il  privato concessionario in cui è l'amministrazione concedente che detta  le condizioni per l'esercizio della concessione e della qualità del  servizio che deve tutelare l'integrità e le finalità del bene pubblico  concesso; con il diritto di superficie l'amministrazione pubblica 
vende un diritto reale.     
Per 
Andrea Lulli  capogruppo PD in commissione Attività produttive, "con la concessione  per 90 anni delle spiagge: si rischia infatti di andare incontro a una  vera e propria privatizzazione e al favorire qualche grande imprenditore  a discapito delle tantissime piccole imprese che gestiscono attualmente  le aree".
Da queste considerazioni è nata l'esigenza di porre un  freno ad una deregolamentazione eccessiva a tutela del demanio  pubblico.     Al Senato, per iniziativa di 
Andrea Marcucci (primo  firmatario) è stata approvata una mozione bipartisan sulle concessioni  balneari.     "Tutela del demanio marittimo, certezza alle aziende che  gestiscono gli stabilimenti balneari, stabilità per gli investimenti  assicurati e avvio di un confronto serrato con l'Europa per attivare la  clausola di revisione della direttiva servizi.      Sono gli obiettivi che  il Senato ha indicato in modo bipartisan al governo per difendere un  settore vitale della nostra economia come quello turistico balneare, che  in Versilia riguarda centinaia di imprese con ricadute importanti anche  sull'occupazione".
"Il problema è convincere l'Europa  dell'unicità dei nostri servizi turistici - sostiene il parlamentare PD -  e da questo punto di vista non sappiamo se la norma decisa dal governo  oggi nel decreto Sviluppo sulla durata per 90 anni delle concessioni  balneari sia la strada giusta.     Serve una nuova disciplina che metta  insieme i principi della trasparenza e dell'insistenza ed una seria  trattativa con Bruxelles per attivare quelle deroghe che sono previste  nella direttiva Bolkestein"