
Referendum elettorale, manovra, costi della politica, questione morale. Il segretario regionale del Pd,
Stefano Bonaccini, in mezz'ora di pausa pranzo all'Ambasciatori tocca tutti i temi d'attualità, compresa l'inchiesta che lo vede indagato per abuso d'ufficio.
Dopo la firma di Romano Prodi contro il Porcellum, si sono mossi i dirigenti Pd. Manca solo lei...«Firmo domenica a Modena. Il Pd ha fatto la sua proposta di riforma elettorale, doppio turno alla francese e alleanze dichiarate prima. Dopo di che non vedo contraddizioni col referendum, soprattutto perché non mi fido di questa destra. Quindi ben venga la raccolta di firme, il referendum è un utile strumento di pressione per tornare a dare la voce agli elettori, che adesso non possono scegliere chi mandare in Parlamento. Ma il ritorno del cosiddetto Mattarellu non mi convince, perché costringe i partiti ad allearsi contro qualcuno, piuttosto che per qualcosa. Prodi? Mi confortala sua presa di posizione, resta tra le figure più rilevanti del centrosinistra».
In piazza contro la manovra. Nel Pd non sono tutti d'accordo. «Questa manovra è iniqua, colpisce gli enti locali e noni ministeri. È recessiva. Per questo vado in piazza con la Cgil così come andrò ovunque si manifesti. Se il governo non modifica il patto di stabilità nazionale rischiamo di restare strangolati. In Emilia Romagna si sbloccherebbe circa un miliardo di euro, soldi delle tasse dei cittadini che i Comuni non possono spendere. Alla Lega che parla di federalismo lancio la sfida: conduciamo insieme una battaglia in Parlamento per cambiare i parametri del patto di stabilità. Per la nostra regione significherebbe ossigeno per le imprese sul territorio e difesa dei posti di lavoro».
Costi della politica. Nessuno, dall'ultimo dei quartieri fino ai ministeri è disposto a fare il primo passo per tagliare le spese.«Attenzione al qualunquismo, non tutto è Casta, di certo non gli stipendi di molti sindaci di comuni medio-piccoli. Aggiungo che si,è vero, su questi temi siamo arrivati in ritardo ma ci siamo messi al passo. La Regione, unica nel panorama nazionale, ha ridotto le indennità dei consiglieri, sono stati aboliti i vitalizi con una legge che nessuno potrà modificare in futuro. Infine, si vada ad incidere laddove finora non si è mosso nulla: dimezzamento del numero dei parlamentari da votare subito, abolizione dei vitalizi per deputati e senatori, una sola Camera legislativa.E favorire, come facciamo
già in Emilia Romagna, l'aggregazione/fusione dei piccoli Comuni».
E le Province?«Il Pd ha due opzioni. O l'accorpamento delle Province più piccole o il loro superamento, abolendo giunta e assemblea elettiva e distribuendo le competenze tra Comuni e Regione».
Sui ticket ci sono state polemiche, l'assessore Carlo Lusenti ha annunciato correttivi ancora prima che entrasse in vigore la nuova normativa. «Chi ha fatto confusione è stato solo il governo, noi non li avremmo mai imposti e li cancelleremo se torneremo alla guida del Paese. Ho condiviso la battaglia di Errani. Meglio la tassa sul tabacco. La Regione ha dovuto applicarli e bene fa ora parlare di correttivi per una maggiore equità».
Questione morale. Il politologo Carlo Galli su Repubblica di recente ha definito "terrificanti" i danni provocati al Pd dal caso Penati.«Fatta salva la presunzione di innocenza, credo che si debba ribadire la differenza tra noi e la destra. Noi non sfuggiamo ai processi cambiando le leggi come fa Berlusconi, per noi la magistratura deve fare sempre il suo lavoro. Nel caso di Delbono con le dimissioni e di Penati con un passo indietro, la differenza è ancora più evidente. Il segretario Bersani ha detto che Penati dovrebbe rinunciare alla prescrizione, la penso allo stesso modo. L'onestà di un amministratore deve essere un prerequisito e aggiungo che il codice etico del Pd può essere ulteriormente affinato. Ma non c'è una questione morale, poi un partito come il nostro deve vigilare affinché questi casi non si ripetano.
Lei è indagato per abuso d'ufficio. A che punto è l'inchiesta? «La vicenda riguarda un bando per un chiosco che risale ai tempi in cui ero assessore a Modena. Sono certo della correttezza della procedura e sono tranquillo che si chiarirà tutto. Aspetto di sapere se e quando sarò sentito dal magistrato. Mi ha fatto piacere ricevere la solidarietà da parte non solo del centrosinistra ma anche di molti "avversari" di centrodestra».
Intervista di Andrea Chiarini, La Repubblica Ed. Bologna, venerdì 2 settembre 2012.