
Ha preso il via la seconda Festa Regionale del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna. Ieri, lunedì 27 giugno, intorno alle 20, sotto un sole ancora alto, che sembrava volersi godere da lassù gli ultimi scampoli di una delle più belle giornate di questo inizio estate, l'on.
Dario Franceschini, forbici di ordinanza in mano, ha proceduto al taglio del nastro, dando simbolicamente il via alla Festa Regionale. Con lui, alla cerimonia, tanti esponenti del Partito Democratico: dal segretario imolese
Fabrizio Castellari, all'on.
Massimo Marchignoli, dall'organizzatore della Festa Lungofiume,
Marcello Tarozzi, al sindaco di Imola,
Daniele Manca e poi
Marco Monari, presidente del Gruppo PD all'Assemblea Legislativa della Regione.
Insieme a loro, tanti cittadini che hanno "scortato" Franceschini nel lungo giro per gli stand della Festa a stringere mani e a complimentarsi con le centinaia di volontarie e volontari che ogni anno, con impegno e passione, rendono possibili questi appuntamenti.
E quando, finito il tour, il drappello si è presentato nell'Arena centrale, è stato accolto dall'applauso di oltre mille persone impazienti di assistere al primo incontro politico della Festa Regionale.
Sul palco, dopo l'intervento di Fabrizio Castellari, sono saliti Franceschini, Monari e il giornalista de "La Repubblica" Mauro Alberto Mori per un'ora e mezza di confronto sui temi principali dell'agenda politica italiana (dall'analisi sulla situazione di governo alla necessità di una nuova legge elettorale) a quella del PD (dalle Primarie agli scenari futuri del partito e della coalizione).
"La partita non è vinta, non abbassiamo la guardia - ammonisce
Franceschini - Berlusconi adesso le proverà tutte; dobbiamo tenere insieme la battaglia parlamentare con la vigilanza civile nel Paese, a rischio c'è la democrazia". "Il governo parla, noi facciamo", è il commento di Marco
Monari, specie "in questa terra, punta più avanzata del riformismo italiano dove stiamo realizzando politiche esportabili anche a livello nazionale per una coalizione che si candida a governare il Paese".
La battaglia con la destra sarà tutt'altro che semplice, sostiene, in seconda battuta, Franceschini, che conclude ricordando che la sfida "va fatta sui valori, mostrando tutte le diversità tra noi e loro, mettendo in campo un'idea di paese completamente alternativa e costruendo il nostro campo con le forze che oggi sono all'opposizione".