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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Finché l'Emilia va...

28 novembre 2009

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

Non è forse strano, nell'Italia di oggi, un paese con un busto dedicato a Lenin in una piazza del centro? Soprattutto se questo non è la traccia di un passato sbiadito, ma un simbolo vivo, rispettato e riverito come una reliquia? Il paese di cui parla è Cavirago, 10mila anime in piena bassa, provincia di Reggio Emilia, ed è da qui che parte il viaggio di "Finchè l'Emilia va...", documentario realizzato da un gruppo di studenti della scuola di giornalismo di Roma e diretto da Daniele Coluccini. In cinquantaquattro minuti questi ragazzi e ragazze hanno provato a rappresentare ciò che quel busto ha significato nel cuore della regione più rossa d'Italia e del mondo occidentale, e ciò che oggi simboleggia. Un viaggio attraverso le immagini, corredato dalle voci del sindaco, Vincenzo Delmonte, dell'ex segretario del PD emiliano-romagnolo, Salvatore Caronna, di Giuseppe Dossetti (nipote omonimo dell'ex segretario della DC, che si definiva un caviraghese non di nascita ma "di vita"), e di due musicisti nati all'ombra del busto, in epoche diverse e musicalmente lontani anni luce ma cresciuti respirando il comunismo emiliano e guardando sventolare le bandiere rosse, Orietta Berti e Max Collini, voce e mente degli Offlaga DiscoPax.

Un filmato che rappresenta anche un documento storico degli "eventi che hanno cambiato il mondo", dirà lo stesso Caronna nel dibattito che ha seguito la proiezione. Dagli anni sessanta, al 1977, fino alla caduta del muro. Cambiamenti che hanno segnato la fine di un'epoca. Del modello emiliano, forse, ma non certo dei valori e degli ideali che stavano alla base di quel modello. E per capirlo basta guardare chi sta seduto nella sala Corticelli della casa del Popolo Corazza di Bologna che ha ospitato la proiezione. Un folto pubblico anche di giovani, ma soprattutto di chi, meno giovane, quegli avvenimenti li ricorda per averli vissuti in prima persona e annuisce quando sente parlare della campagna elettorale tra Dozza e Dossetti, sorride quando passano le pubblicità in bianco e nero che identificavano come "isola del tesoro" il territorio dell'Emilia dove si faceva (e si fa ancora) il formaggio più buono del mondo e, con una genuina vena di nostalgia, si emoziona allo scorrere delle immagini di Occhetto il quale, commosso, annuncia la "svolta" dell'89, avvenuta, manco a dirlo, proprio a due passi da qui.

Un pubblico partecipe anche nel dibattito che ha seguito la proiezione - dopo il saluto di Enrico Ardizzoni, segretario del circolo PD San Donato Centro - coordinato da Marco Marozzi (La Repubblica) e alla presenza di Adriana Lodi, Salvatore Caronna, Stefano Bonaccini neoeletto segretario regionale del PD e Paola Bonora, professoressa di geografia della comunicazione presso l'Unibo.

Ed è proprio lei a prendere la parola per prima, sollecitata da Marozzi sul tema dell'identità di un territorio storicamente difficile, che ha saputo tuttavia risollevarsi dalla guerra e diventare, da una delle regioni più povere d'Italia, a una delle più ricche ed avanzate d'Europa. Questo grazie, sostiene Bonora,  alla coesione sociale, a quell'etica del lavoro che, qui più che altrove, ha spinto generazioni di donne e di uomini a "rimboccarsi le maniche" per il benessere comune. Un'opinione condivisa anche da Adriana Lodi, che indica nel protagonismo dei gruppi sociali, interpellati e sempre in stretto contatto con il Pci, la base del modello emiliano, identificata in un "senso cooperativo motivato da un vero e proprio mutualismo".

E della necessità di un rapporto più forte con il territorio ho parlato anche Salvatore Caronna, insistendo sul bisogno di "recuperare quei luoghi fisici di aggregazione", le case del Popolo, che negli anni hanno sempre offerto esempi straordinari dal punto di vista non solo politico, ma anche culturale e di partecipazione. Ben lungi dal mitizzare il passato, che tuttavia ha rappresentato una vera "età dell'oro", l'eurodeputato insiste sulla necessità di recuperare i valori che stavano alla base del modello emiliano e del messaggio che il Partito Comunista di allora "sapeva trasmettere", almeno lungo questa sponda del Po. Un messaggio che Caronna sintetizza nel concetto di bene comune, già accennato in precedenza, con la consapevolezza, oggi più che mai necessaria, che "se ci mettiamo insieme siamo nelle condizioni di stare meglio tutti". La crisi di quel mondo è avvenuta perché le cose sono cambiate, e rapidamente: "l'Emilia-Romagna oggi si affanna perché una regione non può farcela da sola se quasi tutto il Paese va da un'altra parte". Dopo anni di sviluppo l'Italia sta conoscendo una crisi profonda, acuita dai recenti avvenimenti ma già in atto da tempo. E questo clima di smarrimento ha lasciato spazio ai venti (o agli uragani, che passano e lasciano tanti danni, come li definisce nel video Collini) delle destre... in poche parole a un'altra Italia. Il compito del PD, conclude Caronna, è quello di attingere ai valori che hanno permesso lo sviluppo in questo territorio per porsi non solo come forza di opposizione ma come realtà alternativa all'Italia che oggi governa, piegando le regole a proprio vantaggio, sfruttando i deboli e proponendo l'individualismo come unico modello culturale.

E dall'ex segretario regionale, la parola passa a quello appena eletto, Stefano Bonaccini, modenese, e quindi anche lui nato e cresciuto nella pancia dell'Emilia rossa. "La diversità di questo territorio" esordisce, "sta nel fatto che qui il comunismo aveva un altro significato rispetto ad altre parti del mondo". Un comunismo che sapeva coniugare solidarietà e sviluppo ponendo al primo posto la cooperazione tra mondo del lavoro e della piccola impresa, coinvolgendo le parti sociali e promuovendo l'integrazione. Ma, concordando con chi lo ha preceduto, Bonaccini afferma che la società è radicalmente cambiata ed è venuta meno la speranza (che allora era consapevolezza) "che i nostri figli avrebbero fatto un po' meno fatica". Le sfide di oggi si chiamano globalizzazione, rapporto con l'Europa, multiculturalità: trasformazioni che sono già in atto ed incidono in maniera significativa sul tessuto del Paese e in quello emiliano-romagnolo. Per questo, conclude, la strada per affrontarli non può essere quella del "muro contro muro" proposta dalla destra e dalla Lega, ma quella del dialogo, del confronto, consapevoli della propria identità e della capacità di proiettare "i nostri ideali, che sono sempre quelli" su uno scenario nazionale ed internazionale.

In conclusione i relatori e gli spettatori hanno ringraziato con un caloroso applauso gli autori del documentario: Roberto Anselmi, Emiliano Dario Esposito, Greta Filippini, Claudia Moretta, Cristoforo Spinella e Andrea Tornese, e il regista, Daniele Coluccini.

(fc)


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