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Costi, Bonaccini e Vecchi (PD): “Riciclaggio a Modena, la Regione chiede al Governo un Centro operativo DIA”

9 novembre 2011

Pubblicato in: Dichiarazioni

I consiglieri del PD Palma Costi (prima firmataria), Stefano Bonaccini, e Luciano Vecchi hanno presentato un’Interrogazione a risposta scritta alla giunta regionale in tema di contrasto alla criminalità organizzata, facendo esplicito riferimento alla situazione modenese. Nel testo si chiede se il Governo è a conoscenza delle iniziative intraprese dall’Assemblea Legislativa e in particolare se sia possibile ottenere un Centro operativo della DIA, rivedendo organici e strumenti al servizio del complessivo contrasto della criminalità.«In Emilia-Romagna sono stati sottoscritti con alcune Prefetture i Patti di Legalità ed in particolare, nel corso della presente Legislatura, sono state emanate due leggi regionali tese a ostacolare le infiltrazioni criminali nell’ambito edilizio e dei lavori pubblici ed a favorire lo sviluppo di una cultura della legalità, attraverso la prevenzione, il recupero dei beni confiscati, il sostegno alle vittime», affermano i consiglieri modenesi del PD.

All’interno di un quadro regionale preoccupante, ancora più allarmante risulta la situazione di Modena, provincia che, «anche a causa delle vicinanza con il capoluogo regionale, lamenta da anni una ormai cronica carenza di organico che grava sugli uffici della Procura e, in modo ancora più pesante, sulle forze di polizia – sottolineano Bonaccini, Costi e Vecchi - Questa carenza, che di certo non facilita le operazioni di presidio del territorio e di investigazione, viene sottovalutata, per non dire negata, dal Governo che in risposta a recenti interrogazioni parlamentari sull’argomento, e facendo riferimento a una pianta organica del 1989, ha affermato che le dotazioni di mezzi e di organico assegnate a Modena sono sufficienti».Nell’Interrogazione sottoscritta dai consiglieri modenesi si ricorda come proprio nel territorio modenese una recente indagine della Dda di Napoli si è conclusa con l’arresto di esponenti di clan camorristici che svolgevano attività di riciclaggio di enormi quantità di denaro sporco, usura ed estorsioni. L’indagine ha evidenziato come la presenza delle più pericolose organizzazioni criminali sul territorio modenese sia purtroppo una realtà.

Il testo inoltre fa esplicito riferimento alla presenza di un esponente camorrista in soggiorno obbligato a Bomporto, vicenda che ha recentemente interessato anche il senatore Barbolini. «Siamo preoccupati – sottolineano i consiglieri modenesi - per la possibile rete che l’ex-boss potrebbe tessere  attraverso richieste di trasferimento di residenza di familiari e affini, preoccupazioni che testimoniano da un lato come sia alta l’attenzione verso i tentativi di radicamento della malavita e dall’altro come questi tentativi siano presenti e diffusi soprattutto nei comuni al confine fra le provincie di Modena e Bologna che per la posizione geografica, la ricchezza e le ridotte dimensioni sono considerati strategici dalle organizzazioni criminali e che proprio per questo non dovrebbero essere scelti per il soggiorno obbligato di elementi delle organizzazioni criminali».



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