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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Via! Ticket e Governo

30 agosto 2011

Pubblicato in: Attualità

Allegati 1 - Il manifesto della campagna

Via i nuovi ticket sanitari e con loro se ne vada anche il Governo nazionale che li ha imposti alla Regione. E’ questo il messaggio della campagna che il Gruppo PD Emilia-Romagna e il Pd regionale hanno presentato questa mattina e che verrà lanciata in maniera massiccia nei prossimi giorni: sono pronti per invadere le decine di feste del partito sul territorio ben 500.000 depliant e 10.000 manifesti. La campagna servirà anche a spiegare, in 10 domande e risposte, i criteri di applicazione del ticket rimodulato dalla Regione Emilia Romagna. “Diamo il via ad una serie di iniziative che facciano chiarezza e affermino un criterio nel segno della verità e cioè che “in politica non siamo tutti uguali” ha premesso il capogruppo del Pd in Viale Aldo Moro Marco Monari, presentando la campagna oggi in conferenza stampa. “Con una manovra che non ha paternità politica, ma neanche i fondamenti di solidità economico-finanziaria, ma ha solo i crismi della confusione e dell’iniquità, il governo Berlusconi ha obbligato e obbliga le Regioni a introdurre nuove tasse sulla salute e ad imporre i ticket” prosegue Monari, spiegando che l’Emilia Romagna “ha messo in campo una modifica dell’applicazione del ticket per tentare di andare verso un modello più equo, che dia un po’ di sollievo a coloro che pagano le tasse e sono in condizioni di maggiore difficoltà, cercando di far pagare invece un po’ di più a coloro che se lo possono permettere, in base al reddito”.
“Fra l’altro – ha ricordato Monari – Le Regioni avevano proposto la tassa sulle sigarette al posto del ticket sanitario, ma il Governo non le ha nemmeno ascoltate”.

La vicecapogruppo PD e responsabile Welfare del PD ER, Anna Pariani ha presentato in conferenza stampa cifre inequivocabili: “Per l’Emilia Romagna – sottolinea Pariano – parliamo di circa 300 milioni di euro di incasso tramite il ticket in generale, su di una spesa sanitaria che supera gli 8 miliardi, quindi non siamo neanche all’1% di copertura della spesa, siamo molto sotto lo 0,5%”. “I ticket – prosegue Pariani – non servono a coprire la spesa sanitaria, servono come deterrente al consumismo sanitario e sono strumentali al raggiungimento di un obiettivo preciso: la penalizzazione del sistema pubblico in favore di quello privato”.
Rispetto alla scelta politica del Governo, Pariani ricorda che “lo scorso anno ci hanno tagliato 380 milioni di euro, quest’anno ce ne tagliano 860. Rispetto a questi tagli la la risposta potevano essere politiche di risparmio, razionalizzazioni, attenzione alla spesa farmaceutica”. “Avremmo fatto una battaglia anche in quel caso, ma ci sarebbe stata una discussione in cui le Regioni avrebbero fatto la loro parte nell’ambito della loro funzione di governo sanitario locale” conclude Pariani, invece “si è deciso di coprire quei tagli inserendo maggiori entrate in modo iniquo tramite il ticket, senza lasciare alcuna scelta”.


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