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Agroalimentare, la Regione lancia un codice di "buone prassi"

2 maggio 2011

Pubblicato in: Regione Emilia-Romagna

Prodotti alimentari non solo più buoni, ma anche più equi, più giusti, più rispettosi dell’ambiente. La Regione ha presentato  un codice di “buone prassi” ambientali e sociali che per i prodotti tipici dell'Emilia-Romagna. 
In Emilia-Romagna buona parte della produzione agroalimentare risponde a caratteristiche di qualità: sono le produzioni biologiche o a minimo impiego di sostanze chimiche (produzione integrata), i prodotti Dop e Igp, i vini Doc, quelli delle zone di montagna, i prodotti della biodiversità a rischio di estinzione.

Da queste considerazioni parte la proposta al mondo della grande distribuzione per promuovere un’agricoltura che sia sempre più anche motore di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato per il territorio: un “codice volontario di buone prassi”, in base al quale non solo regolare i propri comportamenti, ma anche selezionare le imprese fornitrici, con la possibilità di richiedere l’utilizzo del logo della Regione.

Approvato dalla Giunta nei giorni scorsi viene proposto alle imprese di distribuzione per l’adesione ed una prima sperimentazione di un anno e parla di qualità dei prodotti e valorizzazione delle produzioni locali;  rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali; tutela della salute e dei diritti dei lavoratori; legalità e responsabilità sociale dell’impresa. Ma anche di contratti scritti tra l’impresa distributrice e i propri fornitori, rispetto dei termini di pagamento.

Cosa prevedono le buone prassi
Rispetto dell’ambiente, salubrità e qualità dei prodotti, tutela dei lavoratori, ma anche regole per  favorire un’equa ripartizione del valore lungo l’intera filiera agroalimentare e una ricaduta positiva sullo sviluppo sostenibile e sul benessere economico-sociale locale.

Ecco in breve cosa prevedono le buone prassi della Regione:

- qualità dei prodotti: aderendo al codice l’impresa distributrice si impegna  a privilegiare nei propri approvvigionamenti  i prodotti che superano i requisiti di qualità previsti per legge,  che adottano tecniche di produzione integrata, no ogm e nel rispetto  del benessere degli animali. Si impegna anche a valorizzare il biologico, i prodotti a marchio dop e igp e quelle produzioni locali, che più di altre possono avere una ricaduta  economica e sociale positiva sul territorio, in particolare nelle zone svantaggiate e di montagna;

- tutela dell’ambiente:  l’impresa distributrice non solo  rispetta le norme in materia di ambiente ma  stipula contratti di fornitura con aziende agricole e industriali che a loro volta fanno altrettanto;

- tutela della salute e dei diritti dei lavoratori:  il rispetto delle norme in materia di tutela della salute e dei diritti dei lavoratori riguarda  l’impresa di distribuzione sia direttamente che nei suoi rapporti con le imprese fornitrici. In particolare  queste ultime non devono utilizzare lavoro irregolare o minorile;

- contratti scritti: l’impresa distributrice si impegna a stabilire con i propri fornitori regole scritte  che individuino espressamente il prezzo del prodotto acquistato  o le condizioni in base al quale è definito;

- termini di pagamento: l’impresa  distributrice  rispetta i termini di pagamento fissati dal contratto o previsti per legge.

Con il progetto “Buone prassi di filiera”  la Regione non punta dunque a promuovere solo singoli prodotti ma buone pratiche commerciali, produttive e sociali. E lo fa individuando nel mondo della distribuzione il proprio interlocutore privilegiato, per il  ruolo fondamentale che esso può svolgere nella selezione di aziende produttrici “virtuose”, e come tramite diretto con il consumatore.

L’adesione al codice di buone prassi è volontaria, può riguardare singoli prodotti e intere filiere e deve essere definita all’interno di un accordo o contratto di fornitura tra l’impresa di produzione e quella di distribuzione conforme  alle “buone prassi di filiera”. Per rafforzare il proprio impegno e renderlo più immediatamente riconoscibile ai consumatori, i contraenti potranno richiedere di avvalersi del logo della Regione Emilia-Romagna nel materiale comunicativo.

Fonte: ER - Portale della Regione Emilia-Romagna (clicca qui)





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agroalimentare |  agricoltura |  ambiente |  regione |  emilia-romagna | 

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