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Guardiamo al futuro. Dieci proposte per la scuola di domani

11 ottobre 2010

Pubblicato in: Relazioni e documenti politici

Allegati 1 - Guardiamo al futuro. Dieci proposte per la scuola di domani (integrale)

(SINTESI DEL DOCUMENTO)

Nuovo piano straordinario per un’educazione di qualità da 0 a 6 anni

Trasformare l’asilo nido da servizio a domanda individuale a diritto educativo di ogni bambina e bambino. Assicurare a tutti i bambini un posto nella scuola dell’infanzia.

Dare certezza di funzionamento alle scuole
Ogni scuola deve poter contare su un triennio certo di programmazione.
Né organico di diritto, né di fatto, ma solo quello che serve a dare continuità all’insegnamento: assegnare un organico funzionale che includa, anche per reti di scuole, personale stabile per le supplenze brevi e professionalità specializzate a supporto dei ragazzi con bisogni speciali (autismo, dislessia, discalculia).
Questo sistema comporta molti vantaggi a parità di spesa: il superamento del precariato scolastico; la programmazione certa dei fabbisogni di insegnanti e conseguente piano di reclutamento; la piena autonomia delle scuole nell’organizzazione della didattica per raggiungere l’obiettivo del successo scolastico dei ragazze e delle ragazzi.

Scuola primaria
Vogliamo l’estensione a tutto il Paese del tempo pieno e del modulo a 30 ore con le compresenze.
È dimostrato che questo modello garantisce più alti livelli di apprendimento.

Definitiva attuazione del Titolo V
Gli uffici scolastici regionali trasferiti dal ministero alle Regioni, alle quali spetta definire il dimensionamento e il numero delle autonomie scolastiche, la distribuzione nel territorio delle scuole, le specializzazioni nella scuola superiore.
Passare dai livelli essenziali delle prestazioni (Lep) ai livelli essenziali degli apprendimenti e delle competenze (Leac) per garantire l’unitarietà dell’ordinamento dell’istruzione: un ragioniere di Torino deve avere le stesse competenze di uno di Trapani, competenze utili a raggiungere gli obiettivi di Lisbona e gli standard internazionali.

Formare e reclutare gli insegnanti di domani
Serve una terapia d’urgenza per il precariato, immettendo in ruolo a tempo indeterminato i posti che ora sono coperti con incarichi annuali e quindi già considerati nella spesa.
Il personale scolastico deve restare in servizio per non meno di 3 anni nella stessa scuola per garantire la continuità didattica.
No alla chiamata diretta.
Introdurre la formazione in servizio obbligatoria e certificata.

Lotta alla dispersione
Il tasso più alto di dispersione scolastica si ha tra gli 11 ei 16 anni. Servono quindi dei raccordi tra medie e biennio delle superiori che vogliamo unitario per aiutare i ragazzi a fare scelte più consapevoli.
Obbligo di istruzione a 16 anni.
Realizzare in tutta Italia le anagrafi regionali degli studenti (a oggi ne abbiamo 11 su 20 Regioni).

Investire sull’istruzione tecnica e professionale di qualità
Armonizzare il sistema dell’istruzione, di competenza dello Stato con quello della formazione professionale, di competenza delle Regioni.
Il divario territoriale è una delle criticità più rilevanti, da affrontare con
1) fissazione dei Livelli essenziali di apprendimento e competenze
2) la legge sull’apprendimento permanente
3) il riconoscimento, la validazione, la certificazione pubblica dei crediti e delle competenze e l’accreditamento delle strutture formative

Piano straordinario per l’edilizia scolastica
Due scuole su tre non sono a norma di legge.
In Italia solo il 46 % delle scuole ha il certificato di agibilità statica, contro il 98 % della Germania, il 93 % della Francia e il 92 % dell'Inghilterra.
Le risorse stanziate, anche dall’ultimo governo di centro sinistra, spesso non possono essere spese dagli enti locali per i vincoli imposti dal patto di stabilità interno. Chiediamo per questo che dal patto vengano escluse le spese per l’edilizia scolastica.


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