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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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7 aprile: il PD incontra il mondo agricolo

4 aprile 2008

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

Allegati 1 - Proposte per un patto di legislatura per l’agricoltura
documento elaborato dal Forum agroalimentare, della pesca e del mondo rurale del PD
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L'intervista video ad Andrea Segré
   
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Guarda la videointervista ad Andrea Segrè

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Andrea Segrè, quali i presupposti alla base dell’incontro di lunedì 7 aprile a Bologna?

Vogliamo favorire un confronto allargato sui temi agricoli, alimentari e dello sviluppo sostenibile, partendo dalle “Proposte per un patto di legislatura per l’agricoltura”, che sono state recentemente elaborate dal Forum agroalimentare, della pesca e del mondo rurale del PD (vedi allegato in calce, ndr). Riteniamo utile che ci sia un confronto e una declinazione anche a livello regionale su un quadro di riferimento nazionale, che tiene certamente in grande considerazione gli elementi internazionali, ma che ovviamente dedica moltissime attenzione agli aspetti locali.

Chi saranno i vostri interlocutori?
Il confronto avverrà con le tre organizzazioni professionali del mondo agricolo,Confagricoltura, Cia e Coldiretti, che saranno rappresentate dai propri presidenti regionali (Mario Girolami, Nazario Battelli, e Mauro Tonello; ndr), e le due cooperative di settore, Legacoop Agroalimentare e Fedagri, a loro volta rappresentate dai rispettivi presidenti nazionali (Luciano Sita e Paolo Bruni; ndr). Lo scopo è avviare un dialogo aperto su temi di interesse regionale, ma anche nazionale, che ci permetta all’indomani delle elezioni (a prescindere dal loro esito, che comunque ci auguriamo positivo) di arrivare a una vera e propria costruzione dell’identità agricola, ambientale e dello sviluppo sostenibile in Emilia-Romagna, che tenga in massima considerazione le istanze delle associazioni produttive e del mondo della cooperazione.

A quali tra le proposte fornite nel documento nazionale del PD avete intenzione di dedicare le maggiori attenzioni in occasione dell’incontro di lunedì?
Tra gli spunti forniti nel documento, che invito comunque a leggere integralmente, ritengo di estremo interesse quelli relativi alla necessità di saper cogliere i vantaggi e le opportunità offerti dalla globalizzazione. Siamo convinti, e su questo vogliamo avviare un confronto con i nostri interlocutori, che in Italia in generale, e in Emilia-Romagna in particolare, ci siano tutte le condizioni per far crescere il tessuto imprenditoriale, innalzarne la capacità competitiva, e consolidare e allargare il primato nelle produzioni di qualità. Le risorse su cui fare leva ci sono tutte: dal nostro straordinario patrimonio enogastronomico, al forte legame con i territori, ai saperi e alle altissime capacità dei lavoratori e degli imprenditori del settore.

Nel documento si dedica molta attenzione anche al tema dell’occupazione giovanile e femminile. Lo ritiene centrale per il futuro del settore?
Senz’altro. L’ingresso dei giovani ha contribuito in maniera determinante a innovare l’agricoltura, e in prospettiva è su essi che bisogna puntare forte, investendo molto in formazione e qualificazione, per favorire un cambiamento che continui a promuovere, con nuove modalità, i valori e le tradizioni delle nostre comunità rurali. Discorso analogo per le donne: già oggi sono tra le principali protagoniste dei grandi mutamenti in corso, dallo sviluppo della multifunzionalità, all’animazione nelle aree rurali, senza contare che la loro maggiore presenza nel settore ha già permesso di rafforzare l’attenzione sugli aspetti di qualità e sicurezza alimentare, valorizzare fortemente le biodiversità e le tradizioni, e migliorare le relazioni sociali, anche tra generazioni diverse. Pensiamo perciò che in futuro occorrerà rafforzare le politiche di genere per il sostegno all’impresa e al lavoro femminile in agricoltura, promuovendo servizi innovativi e forme previdenziali adeguate. Di fatto, investire sui giovani e sulle donne significa investire per il futuro dell’intero mondo rurale.

Un futuro che non potrà prescindere dai cambiamenti climatici, come bene emerge sia dalle cronache di questi giorni, sia dallo stesso documento nazionale…
Il settore è tra quelli maggiormente influenzati da tali cambiamenti. In futuro bisognerà puntare un’agricoltura sostenibile, basata sulla biodiversità e in grado di utilizzare tecnologie ad alta intensità di conoscenza, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Non mi limiterei però a una lettura che prevede solo obblighi e faticose riconversioni, perché nel momento in cui si imboccheranno questi percorsi emergeranno nuove opportunità per il settore, a cominciare dall’ allargamento degli spazi della multifunzionalità e dalla possibilità di creare contemporaneamente rispetto per l’ambiente, sviluppo e occupazione, anche in aree difficili, come ad esempio quelle montane e collinari.

Rimanendo all’attualità, nell’incontro di lunedì non si potranno ignorare i recenti scandali che stanno scotendo il sistema alimentare italiano…
Il tema alimentare è una questione assolutamente fondamentale, anche perché rappresenta una importantissima voce di reddito, anche in chiave di export. Così a caldo, la prima cosa che mi viene da commentare è che l’emersione degli scandali dimostra almeno che i controlli ci sono e funzionano, anche se possono e debbono essere ovviamente essere rafforzati, soprattutto per tutelare le fasce più deboli. Perché se pensiamo ad esempio al recente scandalo sul vino denunciato dall’Espresso, c’è una cosa secondo me ancora più odiosa del pur importante danno di immagine che rischia di subire l’intero sistema…

Quale?

Mi riferisco al fatto che questi criminali hanno colpito soprattutto le persone che hanno un limitato potere di acquisto, inondando i supermercati con bottiglie di vino chimico che costano al consumatore tra i 70 centesimi e i 2 euro, e che inevitabilmente finiscono per essere scelte da chi non può permettersi prodotti più costosi.

A suo avviso, come esce il settore dell’agricoltura dalle cronache di questi giorni?
Penso che l’agricoltura e gli agricoltori siano senza dubbio la parte più sana dell’intero sistema. È in altri punti della filiera che bisogna intervenire, rafforzando ulteriormente i controlli, soprattutto, lo ripeto, per tutelare le persone più deboli, che finiscono come sempre per essere le prime vittime di queste ripugnanti azioni criminali.

Un’ultima domanda: se dovesse riassumere in una sola frase, un solo concetto, uno dei temi più rilevanti tra quelli sui quali vi confronterete a partire da lunedì con le organizzazioni e le cooperative agricole, cosa sceglierebbe?
L’agricoltura è un laboratorio politico economico, sociale e ambientale, ed è proprio a partire da questa concezione del settore che abbiamo intenzione di intavolare il confronto con le organizzazioni dei produttori e le cooperative. È chiaro perciò che si possono esprimere diverse sensibilità, ed è proprio che ci aspettiamo da questo dialogo. A nostro avviso però, è altrettanto chiaro e sacrosanto che la salvaguardia del reddito degli agricoltori è un tema centrale e dal quale non si può assolutamente prescindere, se si vuole ragionare con ottimismo sul futuro dell’intero settore.

Guarda il programma dell'incontro di lunedì 7 aprile a Bologna


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andrea segrè |  agricoltura |  incontro |  bologna | 

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