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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Il Governo distrugge. Il PD costruisca

7 febbraio 2009

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

guarda un passaggio dell'intevento di Walter Veltroni

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“Siamo in presenza di uno strappo istituzionale inedito nella storia della Repubblica, proprio mentre la crisi imporrebbe il massimo di unità”. Queste le parole scelte dal Segretario nazionale per aprire il suo discorso all'Assembla degli Amministratori del PD, svoltasi a Bologna, sabato 7 febbraio. Discorso inevitabilmente stravolto dalla “escalation di populismo e autoritarismo” delle ultime ore, ma comunque ispirato da un filo conduttore: il Governo, Silvio Berlusconi in testa, è impegnato in una violenta e sistematica operazione di rottura e divisione del Paese.

La vicenda Englaro, “cavalcata con incredibile cinismo”, è solo un pretesto per dare sfogo a uno “strumentale, durissimo e irresponsabile” attacco a Giorgio Napolitano, “la massima espressione dell'unità nazionale”, colpevole, come a suo tempo lo sono stati il Parlamento, l'opposizione, la magistratura, la stampa e via discorrendo, di essere un “fastidioso” ostacolo sul cammino di un Presidente del Consiglio convinto che chi governa, anche se solo “pro tempore”, è legittimato a fare tutto quello che vuole. E poco importa se ciò debba avvenire, a colpi di campagne mediatiche, scuotendo i bilanciamenti istituzionali alla base della nostra democrazia.

Veltroni fornisce anche una spiegazione per questa escalation: Berlusconi è impegnato in una gigantesca e sempre più spregiudicata ricerca di diversivi per distogliere l'attenzione da una crisi economica e sociale che, previsioni del Fondo Monetario Internazionale, disegna “prospettive tetre” per il nostro Paese. Così, mentre in tutti gli altri Stati del mondo si realizza il massimo sforzo unitario per affrontare questo duro momento, il premier e il Governo italiano, pur di negare la crisi spostando l'attenzione altrove, producono il massimo sforzo in termini di rottura e divisione.

Il PD, al contrario, risponde proponendo il massimo grado di coesione e costruzione. Innanzitutto a livello istituzionale, partendo dalla consapevolezza che la nostra democrazia va sì riformata, ma che gli equilibri fra i poteri ne restano il fondamento essenziale; e quindi in termini di proposta, sui temi della giustizia ad esempio, ma soprattutto, vista la situazione, in materia di economia. Non a caso il Governo ombra illustrerà il 10 febbraio un pacchetto di proposte anti-crisi: tra esse, annuncia il Segretario, l'idea di un unico sussidio di disoccupazione per tutte le categorie di lavoratori, e un piano per l'avvio immediato, tramite i fondi dello Stato, di tutte le opere pubbliche locali già cantierabili.

Parlando di coesione e proposta, Veltroni cita anche l'ottimo lavoro sul federalismo fiscale svolto dal PD alla Camera. “Abbiamo mostrato una grande responsabilità sociale” afferma, ma prima di ribadirla alla Camera occorre fare chiarezza su tre aspetti: la copertura finanziaria, “finora coperta dalle sole parole di Tremonti”, la definizione di un assetto istituzionale adeguato, ossia la nascita della “Camera delle Regioni”, e l'approvazione di quella Carta delle Autonomie “ assolutamente legata all'approvazione della riforma”. Quindi il Segretario lancia un messaggio alla Lega: “non discutiamo di federalismo con chi obbliga i medici a denunciare i clandestini”, misura disumana e potenzialmente esplosiva per i territori, che rischierebbero gravissimi problemi di sicurezza sanitaria e sociale nel momento in cui molti immigrati rinunceranno a farsi curare pur di non essere scoperti.

Unità e sintesi restano le parole chiave anche quando il discorso si sposta sul presente e sul futuro del PD. Rimanendo in tema di enti locali, Veltroni ribadisce la prossima nascita della Consulta nazionale, chiamata a favorire un maggiore coordinamento tra il partito e i territori, e dedica un passaggio al ruolo dei politici direttamente eletti dai cittadini nei contesti locali, sia alle elezioni amministrative che alle Primarie. Questi passaggi conferiscono loro maggiore autonomia, afferma, e a volte possono porli in contrapposizione al partito, ma è un fattore di criticità che vale la pena di correre, pur di salvaguardare un sistema che è sì perfettibile, ma che nel suo complesso garantisce già ora una maggiore partecipazione e influenza dei cittadini nella vita politica.

Quanto al ruolo nazionale del PD, Veltroni ribadisce l'assoluta necessità di costruire una nuova identità riformista, partendo da una sintesi innovativa delle culture politiche confluite in questo grande progetto. “Le difficoltà esistono – ammette – ma non dimentichiamo che per la prima volta nella storia italiana siamo riusciti a fondere due partiti, e che ciò sta suscitando calore ed entusiasmo, come ci è stato stupendamente sintetizzato da milioni di donne e di uomini il 25 ottobre”. “Siamo a un punto di non ritorno – esclama– la fase di decollo è ormai tale che non si può tornare indietro”: il PD deve essere massimamente coeso per produrre la propulsione necessaria a far nascere quella cultura riformista di cui il Paese ha sempre più bisogno.
 
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il resoconto dei lavori su www.partitodemocratico.it




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