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"Solo con Renzi il PD svolta. A Ferrara evitiamo tensioni"

15 marzo 2017

Pubblicato in: Interviste

«Ripartiamo da Matteo Renzi». La scelta di campo di Paolo Calvano, segretario regionale del Pd, forse non è una sorpresa; ma dal Lingotto, afferma, sono emerse novità in grado di condizionare positivamente la politica, anche locale.

II congresso entra nella fase più vivace: le posizioni sono chiare.
«Per quanto riguarda me, chiara e netta. Non è stato facile attraversare questi mesi, dopo la sconfitta del referendum e col rammarico di dirigenti e militanti che lasciano il partito. Ma la candidatura di Renzi, il ‘ticket’ con il ministro Martina e un approccio che guarda più al gioco di squadra che alla leadership, potrà allargare, ovunque, i consensi e la credibilità del Pd».

Le tensioni non mancano. Anche a Ferrara, nell’area di Unità Riformista, c’è chi dice: stiamo dentro, guardiamo come andrà il congresso e poi forse usciamo.
«Spero sia il pensiero di pochi. Chi partecipa al congresso, anche con spirito critico, spero voglia dare il proprio contributo prima, durante e dopo. Significa portare idee, battersi per affermarle ma anche accettare il risultato, quale che sia».

Dal Lingotto in tanti, ad iniziare dal ministro ferrarese Dario Franceschini, hanno sostenuto il valore dell’unità.
«L’unità è fondamentale. Non significa unanimismo, che fa rima non a caso con immobilismo. Significa rilanciare il Pd, nella logica di Renzi, dando spinta riformista e lavorando con maggiore collegialità e spirito di squadra. Mi viene da citare il cestista Michael Jordan, che diceva che col talento si vince la partita, con il gioco di squadra si vince il campionato».

Paragone suggestivo, ma c’è forse, anche a Ferrara, chi partecipa al congresso magari guarda già allo partita successiva, quella delle amministrative 2019.
«A parte che è prematuro, non mescolerei altri pensieri e altri propositi. Abbiamo un sindaco e un segretario provinciale pienamente legittimati, diamo loro una mano e non creiamo grattacapi sicuramente inutili. Eviterei inoltre, visto che si tratta di un congresso nazionale, di fare conte locali».

In molti tuttavia, specie fra i sostenitori di Andrea Orlando, sottolineano gli errori commessi negli ultimi tempi da Matteo Renzi.
«Credo che sia il primo ad essere consapevole di dover apportare correzioni: penso ad esempio alla questione dei ‘voucher’. Ma è ingeneroso voler buttare a mare un’esperienza di governo di tre anni».

Lei è segretario regionale del Pd, al di là del supporto a Renzi ha anche il dovere di favorire il miglior svolgimento della fase congressuale.
«Sì, e mi auguro che sia una contesa educata. Non ho dubbi, conoscendo i miei concittadini, che a Ferrara non sarà così. Ma in assoluto credo che i nostri iscritti e militanti non tollererebbero asprezze, che finirebbero col favorire le destre. E nelle destre inserisco anche il Movimento 5 Stelle. Perciò partiamo, ma usando la testa, non i muscoli».

Intervista di Stefano Lolli, Il Resto del Carlino edizione Ferrara, mercoledì 15 marzo 2017


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