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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Fare sistema. Farlo in fretta

23 gennaio 2009

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

“L’appuntamento servirà a formulare proposte non solo a livello locale, ma anche su scala nazionale”. Lo ha dichiarato aprendo i lavori, venerdì 23 gennaio, il Responsabile Economia Serse Soverini. L’evento sarà preceduto il 20 febbraio, sempre a Bologna, dalla Consulta nazionale del PD sull’Economia. Vi prenderanno parte, tra gli altri, Pier Luigi Bersani, Matteo Colaninno ed Enrico Letta.

Il Rettore dell’Università di Ferrara Patrizio Bianchi ha quindi illustrato le ricadute della crisi globale negli scenari nazionale ed emiliano-romagnolo. Essa ha carattere strutturale, ha spiegato, e impone un riposizionamento della vocazione produttiva dei territori. Se da un lato occorre perciò tutelare nell’immediato i lavoratori e la produzione, dall’altro bisogna impostare una nuova strategia di sviluppo, che rivisiti le parole chiave fissate a Lisbona, non a caso al centro dei programmi ora annunciati in America. “Ma questa non è solo la linea Obama – ha proseguito – è anche quella battuta con successo in Emilia-Romagna negli ultimi anni”. La Regione perciò non deve solo rinnovare questa impostazione, ma, essendo stata più lungimirante e capace di un Governo che “non solo non ha capito la portata della crisi, ma neanche riesce ad affrontarla”, proporsi come riferimento per impostare una nuova politica di sviluppo nazionale ed europeo.

Su ciò si è detto d’accordo l’Assessore regionale alle Attività Produttive Duccio Campagnoli, che ha definito il Governo tanto incapace di affrontare la crisi, quanto di assecondare quei sistemi produttivi avanzati, come quello emilano-romagnolo, che avrebbero le risposte giuste. “Di questo sono ormai consapevoli anche le stesse imprese”, ha aggiunto, invocando una inversione di rotta che porti Stato, territori e produttori a stringere un patto che permetta di arginare gli effetti più devastanti nell’immediato, ma favorisca anche quel rilancio sull’innovazione auspicato da Bianchi. Ciò avverrà, ha però precisato, solo se il Governo individuerà degli strumenti inediti, a partire da una riforma degli ammortizzatori sociali che ci faccia sì attraversare la crisi, ma elimini anche la drammatica frattura tra i lavoratori stabilizzati e i sempre più numerosi precari. Se ciò avvenisse, ha concluso, il nostro sistema, cresciuto pure in presenza di prove durissime come l’euro e l’intensificarsi della globalizzazione, avrebbe più ragioni per guardare con ottimismo al futuro.

Futuro che andrà costruito, ha proseguito il Presidente della Regione Vasco Errani, tenendo conto del fatto che se l’egemonia trentennale del liberismo viene ormai meno, la sinistra, in particolare quella europea, non è capace al momento di elaborare alternative credibili. Il PD, che proprio ora si sta strutturando, deve impegnarsi perciò in uno sforzo di elaborazione in tal senso, e proprio dall’Emilia-Romagna, che ha saputo conciliare crescita e benessere diffuso, può arrivare un contributo vero alla costruzione di questa indispensabile identità. “Mai come ora è chiaro che il Governo della destra non riesce a parlare al motore economico del Paese – sono state le sue parole – ma forse lo è un po’ meno che quel vuoto di rappresentanza, soprattutto al nord, può essere colmato da noi, non più rincorrendo l’agenda dettata da PDL e Lega, quanto piuttosto spiegando le nostre proposte per restituire dinamismo e vigore al sistema produttivo”. Quanto all’Emilia-Romagna, ha concluso, se è vero che il forte accento sull’innovazione ha dato i suoi frutti, lo è altrettanto che giunge il momento di accelerare al massimo sulla costruzione di un sistema territoriale che generi la massa critica assolutamente necessaria per competere globalmente.

Concetto ribadito con forza dal Segretario del PD Emilia-Romagna Salvatore Caronna, che durante i lavori ha anche chiesto un minuto di silenzio in memoria di Paola Manzini. “La nostra classe dirigente deve comprendere che quanto teorizzato finora deve diventare concretezza immediata”, ha spiegato “O si fa sistema subito – ha aggiunto – o si rischia di non essere più credibili”. Le riflessioni dedicate solo ed esclusivamente ai territori non bastano più insomma: è ora di ragionare e agire “quanto meno su scala regionale”. Così come, ragionando sul PD, è ora che il partito elabori quel pensiero nuovo capace di tenere insieme mercato e regole, diritti e solidarietà, invocato anche da Vasco Errani. Tutto ciò senza dimenticare, ha ammonito il Segretario tornando in chiusura alle previsioni del Prof. Bianchi, che se nel 2009 il mondo sarà fermo, l’Italia marcerà addirittura all’indietro. Il PD dovrà perciò dedicare la massima attenzione, e trasmettere un forte senso di vicinanza, a tutti coloro che si apprestano a vivere un periodo di gravi difficoltà.


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