Sono ben 16 gli emendamenti del cosiddetto
“Pacchetto Emilia”, depositati oggi al Senato, che puntano a far ricomprendere nella nuova normativa sul sisma, frutto della conversione in legge del decreto 26 aprile 2013 n. 43, le richieste più pressanti arrivate dal territorio a un anno dal terremoto del maggio scorso.
Primo firmatario è il senatore modenese del PD
Stefano Vaccari, ma con lui hanno firmato anche
tutti i senatori PD dell’Emilia Romagna, i due capigruppo PD delle Commissioni Lavoro e Ambiente e anche alcuni esponenti di altri partiti, come il senatore Giovanardi del Pdl e la senatrice De Petris di Sel, mentre membri di altre formazioni politiche hanno annunciato che firmeranno martedì in Commissione. Il “Pacchetto Emilia” contiene argomenti che più volte sono stati al centro del dibattito come la deroga al Patto di stabilità interno per i Comuni e le Province e la riscrittura delle norme che consentono il prestito bancario per il pagamento degli adempimenti fiscali e contributivi.
Ci sono anche temi, invece, più di nicchia, ma altrettanto importanti ora che la ricostruzione è cominciata, come il contributo per le famiglie che devono pagare maggiori interessi sui mutui o quello per coloro che hanno perduto gli arredi nel sisma, o ancora la possibilità di ricostruire le stalle degli allevamenti zootecnici più ampie rispetto alle originali in modo da rispettare la nuova normativa sulle dimensioni minime degli spazi per singolo animale.
Per quanto attiene alla deroga al Patto di stabilità l’importo proposto è di 60 milioni di euro: con l’inserimento anche delle Province e non solo dei Comuni nella norma viene incrementata la quota a disposizione dell’Emilia-Romagna. Sempre per venire in soccorso agli Enti locali impegnati nella ricostruzione, uno specifico emendamento chiede l’incremento delle risorse per l’assunzione di personale da parte dei Comuni, della struttura commissariale della Regione e delle Prefetture. Viene, inoltre, riconosciuto il lavoro straordinario prestato dai dipendenti di Regioni ed Enti locali.
Per quanto attiene all’anticipo da parte delle banche dei fondi necessari per gli adempimenti fiscali e contributivi (il beneficiario, com’è noto, deve restituire la quota capitale, ma gli interessi sono a carico dello Stato), si propone che la scadenza slitti alla fine dell’anno e che fra i beneficiari vengano inserite anche le imprese che hanno avuto danni di fatturato. Si suggerisce, inoltre, che il capitale possa essere restituito non più in due, ma in cinque anni. Tra gli altri temi presi in considerazioni ci sono la ritaratura delle mappe di scuotimento che avevano introdotto discriminazioni tra imprenditori operanti in zone limitrofe; la possibilità di interventi su edifici pubblici danneggiati dal sisma situati in Comuni che erano rimasti fuori dal decreto legge n.74; l’ipotesi che accedano ai contributi anche i proprietari di prime case e gli affittuari ospitati temporaneamente in strutture socio-sanitarie. Infine, uno degli emendamenti presentati consente alle società di capitali di distribuire le perdite del 2012 sui cinque anni successivi. “
Si tratta di emendamenti eterogenei – spiega il senatore Vaccari –
ma ognuno di essi risponde a esigenze specifiche che si sono andate evidenziando in questi mesi. Il loro contenuto è il frutto di un costante confronto con i territori interessati dal sisma e con la Regione. Come parlamentari del PD – conclude Vaccari - ci impegneremo affinché queste norme tanto attese possano, finalmente, essere recepite dal nuovo Governo Letta”.
