Una legge per sradicare la violenza contro le donne
7 aprile 2013
Pubblicato in: Attualità
Segnalato dal coordinamento di: Piacenza
Azioni per l'emergenza e per la prevenzione allo scopo di debellare la violenza sulle donne: sono questi gli indirizzi della proposta di legge regionale di iniziativa popolare partita da Modena, lanciata dalle donne del Partito democratico dell'Emilia Romagna, e presentata ieri a Piacenza. Saranno necessarie 50mila firme, 5mila è la quota prevista per la nostra provincia; da domani si potrà aderire presentandosi con un documento negli uffici comunali.
In undici articoli la norma propone una radicale virata di mentalità, attraverso nuovi modelli comportamentali affidati alle giovani generazioni, e indica le misure per affrontare l'emergenza. Nel 2011 in Emilia Romagna 17 donne sono state uccise dall'uomo da cui credevano di essere amate (marito, padre, fidanzato), nel 2012 il numero è sceso a 15, sulle 188 ammazzate in tutto il Paese, altre migliaia hanno denunciato condizioni di vita drammatiche.
«La nostra proposta si ispira alla legge spagnola del 2004 del governo Zapatero» ha spiegato nella sede del Pd di via Martiri della Resistenza la presidente e consigliera comunale Giulia Piroli.
La prevenzione è un percorso a lungo termine, immediato è invece il sistema di interventi per accompagnare «le donne vittime di violenze nel percorso riabilitativo e gli uomini che infliggono le violenze, per i quali la legge stabilisce percorsi psicoterapeutici». Piroli ha invitato le consigliere del Movimento 5 Stelle a firmare e a partecipare al tavolo interistituzionale contro la violenza sulle donne promosso a Piacenza dal 2011.
«La violenza è frutto di una tradizione consolidata di rapporti diseguali tra uomini e donne - ha continuato la consigliera Laura Rapacioli -, la legge, coinvolgendo i soggetti attivi sul territorio, consentirà di dare risposte efficaci nel contrastare il grave fenomeno, è importante che vengano definiti anche gli obblighi da rispettare anziché doversi affidare solo alla buona volontà dei singoli».
«Fondamentale sarà la creazione di una rete composta da Prefettura, Provincia, Comune, Tribunale, istituzioni pubbliche e associazioni del privato sociale, forze dell'ordine e del volontariato, che dovranno essere coordinate dalla Prefettura e dagli Enti locali», ha specificato Annalia Reggiani responsabile dei circoli provinciali del Pd. «Sul versante culturale bisognerà mettere in campo iniziative nelle scuole e attività formative, finalizzate all'inserimento nel mondo del lavoro di donne maltrattate, inoltre promuovere programmi e interventi di prevenzione e cura rivolti agli uomini autori di violenza».
Raccolte le firme, la proposta dovrà passare al vaglio dei consigli comunali, della consulta regionale per le valutazioni di legittimità, dovrà superare l'esame della commissione regionale e infine dell'assemblea consigliare.fonte: Libertà del 07/04/2013, firma Maria Vittoria Gazzola
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