"Ora tocca a noi. E il cuore è il lavoro, non c'è altro. Per i giovani e purtroppo anche per chi il lavoro lo perde e giovane non lo è più. Sarà questo il principio guida dell'azione di governo del centrosinistra, perché ogni persona deve avere il diritto a una quota di trasformazione del mondo".
Questo il messaggio che il segretario del PD,
Pier Luigi Bersani, ha voluto lanciare a conclusione della campagna elettorale per le elezioni politiche, riprendendo il filo rosso che ha contraddistinto dall'inizio il Partito democratico in vista del voto di domenica e lunedì prossimi.
Bersani ha così chiuso idealmente il cerchio aperto nel primo giorno di tour elettorale, quando proprio il lavoro era stato al centro del messaggio rivolto ai giovani al voto per la prima volta.
"
Il lavoro non solo come strumento con cui mantenere la famiglia e sostenersi, ma come elemento di libertà e di dignità", questa l'idea più volte sottolineata da Bersani in questi giorni dai palchi di tutte le piazze.
Da
Milano,
Palermo,
Napoli, il candidato premier del centrosinistra ha parlato delle
Proposte del PD, a partire dalla ricostruzione del percorso formazione-lavoro, dalla necessità di mettere mano alle discrasie tra lavoro stabile e lavoro precario, al miglioramento delle regole.
"Occorre cominciare con qualcosa di concreto - ha più volte sottolineato il segretario del Pd - sistemare
le scuole e
gli ospedali può servire per cominciare: un programma straordinario di opere pubbliche per 7,5 miliardi in 3 anni che crei lavoro in tutta Italia, con risorse da reperire tagliando il bilancio per la Difesa. Accanto a questo,
un piano di 50 miliardi in 5 anni per pagare alle piccole imprese i debito della Pubblica amministrazione, una proposta pensata per i giovani e i disoccupati.
Il primo giorno di governo - ha detto ancora Bersani- partiremo dal civismo, da norme contro la corruzione, da norme sui diritti, a iniziare da quelli dei figli degli immigrati, e da un piano sul lavoro fondato su piccole opere.
Sistemare le scuole può servire per cominciare. Nei primi mesi bisogna assolutamente introdurre delle novità perché il distacco tra cittadini e istituzioni è molto ampio e va colmato.
Il nostro dev'essere un governo di cambiamento. Senza equità inoltre non si risolvono i problemi.
Vinceremo noi. Dal 26 l'Italia sarà una sola. E la guarderemo con gli occhi di chi è in difficoltà".