I candidati del PD in Emilia-Romagna rispondono all'appello del presidente regionale di Legacoop Paolo Cattabiani pubblicato sulle pagine di La Repubblica (edizione Bologna) di giovedì 21 febbraio.Le elezioni di domenica e lunedì prossimi cadono in un momento particolarmente rilevante e difficile per il nostro Paese, per le famiglie e i lavoratori e le imprese italiane. È necessaria una svolta decisa che rilanci l'economia e la coesione sociale dell'Italia. Il PD è l'unico partito che ha proposto un programma chiaro e dimostrato coerenza e determinazione nel sostenerlo. È l'unica forza politica che può aggregare attorno a sé la forza necessaria e il consenso per una svolta decisa, che deve necessariamente partire da una nuova centralità dell'economia reale, del lavoro e dell'impresa, a partire da una radicale semplificazione della Pubblica amministrazione, con una riduzione degli oneri burocratici, dei tempi e delle sovrapposizioni tra livelli istituzionali.
Le nostre proposte partono dalla necessità di
dare liquidità alle imprese, con un piano di 50 miliardi in 5 anni per il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione verso le imprese. Una misura che sarà finanziata con l'emissione di titoli "ad hoc" sul modello dei Btp Italia. Abbiamo previsto
investimenti per un piano di piccole opere con l'utilizzo di risorse già disponibili grazie allo
sblocco del patto di stabilità, nonché misure per ospedali e scuole più sicuri ed efficienti e per la diffusione della banda larga e delle tecnologie digitali. E poi, la riduzione del carico fiscale sul lavoro e l'adozione - come misura continuativa e strutturale - del
credito di imposta sui costi di ricerca, sviluppo e innovazione delle imprese.
Altro cardine delle politiche economiche del PD sarà un
piano industriale in grado di portare sviluppo, internazionalizzazione e ricerca in settori come la manifattura, le tecnologie legate alla salute, la nuova agricoltura, il turismo, la cultura. Un progetto di sviluppo che dovrà muoversi nel solco di
un'economia "verde" capace di mettere in campo azioni per l'incentivazione dell'efficienza energetica nell'edilizia e dell'utilizzo di fonti rinnovabili.
In questo quadro il lavoro, il lavoro qualificato e adeguatamente riconosciuto, il lavoro dei giovani, delle donne, degli adulti maturi, che all'apice dell'esperienza rischiano l'espulsione precoce dal sistema produttivo, è il valore su cui si incardina il progetto di convivenza e di sviluppo delle nostre comunità, del nostro Paese. Il vincolo di solidarietà tra le persone e i territori che è alla base del patto repubblicano è il motore da cui riparte l'Italia.
In questa prospettiva
l'impresa mutualistica e cooperativa, fondata sui valori del solidarismo e dell'intergenerazionalità, è una risorsa strategica. Da troppo tempo assente dal dibattito sulle politiche industriali, ed in particolare della politica industriale sostenibile, l'impresa cooperativa che reinveste su se stessa per vincolo statutario e non delocalizza per sua natura, può avere un ruolo rilevante nella costruzione di un nuovo modello di sviluppo. Le performance e la tenuta della cooperazione nella fase più acuta della crisi hanno dato conto della bontà e della solidità di questa forma imprenditoriale. La Cooperazione, tra l'altro, appare come una risposta estremamente efficace sia nell'ambito dell'accesso alle professioni e del loro sviluppo, sia - più in generale - del lavoro della conoscenza, che ben si presta ad essere organizzato in forma mutualistica. Essa appare anche come una risposta possibile ed efficace nei percorsi di riforma dei servizi alla persona e alla famiglia, dall'assistenza alla casa, al ben-essere e al ben-vivere, ma anche e soprattutto nell'innovazione nei modelli di consumo e produzione di energia, di riuso delle risorse, di organizzazione di nuovi cicli produttivi e logistici. Un caso emblematico, in questo senso, è rappresentato dall'agroalimentare, settore centrale nel rilancio dell'alta qualità dell'impresa agricola Infine, può essere strategico per i settori produttivi il contributo che questa forma organizzativa potrebbe dare alla crescita dimensionale e competitiva, oltre che alla soluzione di crisi di imprese, in particolar modo PMI. È perciò importante rinnovare ed adeguare a quest'obiettivo il sistema incentivante e cancellare le penalizzazioni introdotte dai governi di destra.