Vorrei sapere se al ministro Profumo interessa di più far rispettare il termine del 28 febbraio per le iscrizioni on line o sapere che i ragazzi si sono iscritti tutti, visto che stiamo parlando di scuole dell'obbligo. Preferirei un ministro che parla di diritto allo studio come diritto fonfamentale di cittadinanza, visto che il diritto all'istruzione è sancito dalla nostra Costutuzione. L'ultimo rilevamento dei dati fatti dal Miur il 14 febbraio scorso rivela come le domande presentate rispetto alle iscrizioni attese sono al 65,3% (in Emilia Romagna siamo al 67,6%), con una percentuale molto più elevata alle elementari e alle medie che superano il 70%, mentre quella delle superiori sfiora di poco il 50%.
Cosa faremo dei ragazzi che non saranno iscritti alla data del 28 febbraio? Forse sarebbe meglio sollecitare le famiglie, piuttosto che minacciarle, dando loro tutte le colpe come se tutti quelli che non hanno proceduto all'iscrizione non lo hanno fatto a causa della cattiva organizzazione del loro tempo.
Ministro, siamo realisti. Sarà un caso se sono proprio le iscrizioni ai tecnici e ancor più ai professionali quelle che registrano ancora il dato più basso? Ma lei lo sa che il 47% dei nuclei familiari secondo i dati Istat non ha un pc o una connessione internet? La semplificazione e l'efficientamento amministrativo non può essere pagato dalle fasce più deboli della popolazione. I processi non si devono imporre dall'alto, non si dettano regole senza pensare alle conseguenze, sottovalutando i tempi del cambiamento.