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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Sicurezza: il primo passo č il rispetto delle regole

18 novembre 2008

Pubblicato in: Iniziative pubbliche
Segnalato dal coordinamento di: Reggio Emilia

Il rispetto delle regole per Reggio Emilia è qualcosa di più che altrove. Per i reggiani il vivere insieme è un valore irrinunciabile, che va ben al di là delle prescrizioni delle leggi dello Stato: è qualcosa che è scritto nella loro stessa essenza. Per questo per il PD il rispetto delle regole diventa non tanto uno strumento utile a reprimere la microcriminalità, ma è una mission molto più ampia, che passa attraverso il DNA di una città che il PD vuole rappresentare.

Questa visione "positiva" delle norme è stata al centro di dibattito di venerdì sera all'Hotel Astoria, con la partecipazione di Roberto Zaccaria e Franco Corradini, presieduto da Catia Iori, Responsabile Sicurezza del partito reggiano.

Numerosi i campi di intervento segnalati a livello nazionale e locale. In particolare, il tema della serata, il Diritto alla sicurezza, ha portato a invocare interventi in sede anche legislativa perché alla qualità della giustizia si affianchi anche la sua rapidità e la certezza della pena, elementi senza la quale il lavoro sul territorio rischia di diventare addirittura controproducente. Così come da Roma servono le necessarie assicurazioni in termini di risorse destinate alle Forze dell'Ordine: non si può chiedere alle Amministrazioni Locali di sostituirsi allo Stato su di una materia di cui detiene squisitamente il monopolio giuridico e legale.

Questi dunque i "quattro pilastri" su cui affidare la progettazione delle future iniziative e dell'elaborazione del programma del PD sul tema "sicurezza":

1) Poteri locali efficaci e coordinati
2) Prevenzione e sostegno delle vittime
3) Sicurezza partecipata
4) Integrazione nelle regole

Roberto Zaccaria
e  l'onorevole Maino Marchi non hanno risparmiato critiche all'iniziativa del Governo, che più che altro integra il vecchio pacchetto sicurezza del centrosinistra con iniziative "di facciata", come il reato di immigrazione clandestina - che rischia il caos amministrativo - e l'esercito per le strade, accompagnate, però - nella sostanza - da imponenti tagli in tutti i comparti legati alla sicurezza. Il  ricambio del personale che va in pensione - il turnover - oggi è tornato ad 1 su 10. Fragorose poi le assenze di alcuni punti fondamentali, come l'incentivazione all'integrazione tra le azioni delle diverse forze dell'ordine e il passaggio ai comuni di alcune incombenze amministrative - passaporti, permessi di soggiorno - per liberare migliaia di agenti dal lavoro d'ufficio.

Sull'aumento della "percezione" di insicurezza Zaccaria, sul piano nazionale,  ha poi sottolineato che è vero che se da un lato calano i reati, dall'altro aumentano quelli considerati più odiosi e che più insediano la sicurezza delle famiglie, come le rapine e i furti in casa.  E' fondamentale dunque agire da un lato sul rispetto delle regole, ma senza le opportune politiche di integrazione - completamente dimenticate del Governo - il rischio insicurezza peggiora.

Si è poi parlato del rapporto tra globalizzazione e criminalità organizzata. Camorra, Mafia e ‘Ndrangheta operano oramai come una multinazionale e tentano di entrare sempre di più nell'economia legale. La Lombardia è la quarta regione per mafia, dopo Calabria, Sicilia e Campania. Nel rapporto della DIA si cita anche Reggio Emilia, ma marginalmente. Nello specifico, la struttura tecnica Antimafia riporta più che altro la tendenza della Camorra a ricattare anche gli operatori non originari del suo territorio, mentre il racket della ‘Ndrangheta colpisce soprattutto gli imprenditori calabresi. E' un cambiamento che spaventa: non si può abbassare certamente la guardia. Ma parlare di "Gomorra del Nord" è fuori tiro, anche dal punto di vista dei dati investigativi.

Sul piano locale, numerose le iniziative già partite e quelle proposte in particolare sulla città, ricordate da Iori e Corradini:

1)Rafforzamento e potenziamento dei presidi di polizia
con compiti di vigilanza, denuncia, detenzione. Più gazzelle in perlustrazione e più poliziotti  (sono 27 complessivamente i nuovi agenti di polizia con un rapporto di 3 su 4 a presidio del territorio).

2)Volontariato e Cittadinanza attiva
come presidi efficaci di una responsabilità diffusa e di una sicurezza partecipata e condivisa come quello della zona Stazione, di Via Melato e del Centro Storico: azioni come il confronto serrato con i molteplici Comitati cittadini sorti spontaneamente a tutela dell'ordine pubblico hanno portato all'istituzione di
  • un Tavolo di Coordinamento col Comandante della polizia Municipale chiamato rispondere immediatamente alle problematiche più vistose e
  • un Tavolo Interforze che sancisce l'accordo tra le forze dell'ordine per visionare tutti gli esposti dei privati cittadini
3)Agibilità  dei parchi pubblici alla  cittadinanza come polmoni non solo di verde fruibile ma anche di tempo libero e di scambio civile

4)Rivitalizzazione culturale e commerciale del centro storico
: occorre ricentrare i cosiddetti magneti aggregativi del tessuto urbano che deve recuperare centralità di divertimento, fruizione del tempo libero, assolvimento di pratiche amministrative, scambio commerciale

5)Rafforzamento e istituzionalizzazione della mediazione culturale come ponte di integrazione
tra immigrati e potenziale inserimento nella comunità: mediazioni tra  i condomini, nelle circoscrizioni, nei centri sociali. Da ricordare il Progetto area Stazione , il famoso Patto per la Convivenza che ha messo in rete 14 associazioni.

6)IL SIT
  che colleghi residenze, utenze elettriche con appositi database che permetta di controllare in modo non troppo invasivo l'effettivo numero di residenze presso determinati numeri civici già segnalati come sovrabitati e sovradimensionati dal vicinato.

7)Comunicazione e condivisione di ogni singola azione e rapportata al territorio di competenza.


Nota a cura dell'Unione provinciale del Partito Democratico di Reggio Emilia


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