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Partito Democratico - Emilia-Romagna
  sabato 20 aprile 2024 Partito Democratico Emilia-Romagna
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Riformare non fa rima con tagliare

15 novembre 2008

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

Allegati 1 - il volantino dell'iniziativa

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“I giovani chiedono riforme, non tagli”. Questa la frase con cui Marilena Pillati inaugura i lavori. L'onda di ragazze e ragazzi che nelle ultime settimane sta riempiendo le piazze di tutta Italia gridando la propria protesta contro il Governo, va seguita e ascoltata, ribadisce la Responsabile Scuola e Università del PD E-R. “Per questo – prosegue – abbiamo promosso molti incontri su scala regionale, affrontando questo momento delicato con chi subirà gli effetti dei tagli”, ovvero docenti, studenti e genitori. Occorre dare un segnale, perché anche in questo ambito il Governo è “sordo” e “ha abbandonato la tanto sbandierata strada del dialogo” dedicandosi, secondo Pillati, a una vera e propria “delegittimazione del sistema di istruzione pubblica”. Solo il confronto può al contrario portare benefici a un sistema che “necessita di riforme ed innovazioni”, ammette la Responsabile scuola, per affrontare e cogliere la sfida della competizione globale. Ma il Ministro dell'Istruzione propone solo tagli: dal tempo pieno alla ricerca, dalla scuola primaria all'università, la Gelmini “ha sostituito alle ragioni della pedagogia le ragioni economiche”. “La nostra sfida – conclude Marilena Pillati – è perciò di porre un freno immediato a queste politiche”, promuovendo la conoscenza e “garantendo ai giovani percorsi formativi che abbiano un alto contenuto di sapere”.

Anche per Manuela Ghizzoni, Deputata e Capogruppo del PD alla Commissione Cultura della Camera, è il momento di reagire alla “schizofrenica politica del Governo”, “sintetizzando le nostre proposte e le nostre idee e offrendole ai cittadini”. Per questo motivo il gruppo parlamentare del PD ha proposto oltre cento emendamenti contro la riforma, e cerca di opporsi nelle sedi istituzionali a una decisione che non distruggerà soltanto la scuola e il futuro dei giovani, ammonisce la Ghizzoni, perché esprime la “chiara volontà di disegnare un Paese classista”, nel quale termini basilari del lessico formativo, come promozione e apertura sociale, lasceranno il posto a miopi e inefficaci logiche di carattere economico. I tagli proposti sono infatti “lineari” e quindi “privi di alcun metodo”, e “non guardando in faccia a nessuno”, assicura la Deputata,comprometteranno gravemente l'attività degli istituti formativi, in particolare degli atenei. “Stiamo perciò lavorando – conclude – per dar vita a un referendum, i cui quesiti possano attaccare anche i provvedimenti di carattere economico proposti dal Governo”. Perché, parlando di riforma della scuola e di tagli, si include oltre al Ministero preposto anche quello dell'Eonomia. Ma forse, indica la Deputata, nell'individuarne i responsabili occorre invertire l'ordine dei dicasteri... e dei relativi ministri.

Concludendo i lavori, l’Assessore regionale alla Scuola e alla Formazione Paola Manzini invita innanzitutto il PD a respingere fermamente l’etichetta di conservatorismo rivoltagli dal Governo. “Non è vero che loro vogliono una scuola migliore e che noi ci opponiamo difendendo l’esistente – dichiara – e questo messaggio, a noi ben chiaro, deve passare con forza anche nell’opinione pubblica”. Quindi segue una giudizio molto negativo sul centralismo della riforma. È in atto uno scontro forte e dirimente con le Regioni, dichiara l’Assessore, sottolineando come molto di quanto viene preteso dal Governo sia già realtà nel nostro territorio. “La Gemini invita a chiudere le scuole con meno di 500 alunni – spiega – ma le ricordo che da noi la media è di circa 800/900 alunni per istituti, ragion per cui non ne chiuderemo nemmeno una, soprattutto nei territori marginali”. Questo anche perché equità e solidarietà restano parole chiave nel vocabolario istituzionale emiliano-romagnolo, come dimostrano, tra le altre cose, l’esemplare tasso di dispersione scolastica regionale (3,4%), l’ottima qualità della formazione elementare, o ancora i processi di integrazione sistematici tra istruzione e formazione professionale. Risultati che dimostrano come in Emilia-Romagna non si proceda “a colpi di spot”, ma impostando serie politiche di sistema, anche grazie al notevole contributo offerto dalla Regione che, aggiunge la Manzini, il suo lo sta facendo, mentre il Governo straccia i patti siglati in passato, e ne dovrà rendere conto. Così come sarà presto chiamato a farlo al cospetto della Consulta, aggiunge, per le continue ingerenze sulla programmazione dell’offerta formativa. “Se questo Paese non punta fortemente sulla valorizzazione dei territori e delle autonomie, non va insomma da nessuna parte”, conclude l’Assessore, invitando il PD a contemplare nelle proprie contro-proposte una reale svolta in senso federalista, e ricordando che il sistema formativo dell’Emilia-Romagna “può e deve essere considerato una utile esperienza di riferimento”.




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