Cambiamento. E' una delle parole più gettonate nella campagna elettorale 2013. Nei fatti le cose vanno diversamente.
Solo il PD ha in lista il 40% di donne eleggibili, e sono donne 16 capilista su 38.
Sel ha toccato il 46 per cento riservando la metà dei vertici alle donne confermando la volontà della coalizione Pd-Sel di puntare sulle donne che «per noi sono il motore del cambiamento» per dirla con la senatrice Anna Finocchiaro, capolista in Puglia per palazzo Madama, mentre per il Pdl le donne sono «una scocciatura da evitare». Ingroia e Monti, fanalino di coda, si collocano al 10%.
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"La presenza femminile nelle nostre liste è intorno al 40 per cento. Una rivoluzione civile da valorizzare e segnalare", aveva dichiarato Pier Luigi Bersani, aprendo la direzione del PD che ha approvato la composizione delle liste. Se il centrosinistra vincerà le elezioni, ha aggiunto ieri in un'intervista "cercherò di tenere la proporzione di 40 donne anche al governo".
"Le donne sono elettrici consapevoli", ha commentato
Anna Finocchiaro, Presidente del gruppo del PD al Senato, ospite ieri sera a Porta a Porta.
"Io non so se preferirebbero votare le donne. Certo per far eleggere più donne bisognerebbe candidarle: il PD ha candidato e farà eleggere il 40 per cento di donne. Ha 16 capilista donne su 38.
Il Pdl al Senato, in 7 Regioni - ha aggiunto - non ha candidato donne in posizioni eleggibili, e Berlusconi è capolista in 18 circoscrizioni per Palazzo Madama. Stando ai dati attualmente disponibili, e al netto delle opzioni dei capilista maschi alla Camera il 21 per cento dei deputati sarà donna e al Senato arriveranno alla ridicola percentuale dell'11,5. Credo che questi numeri parlino da soli della differenza di atteggiamento del Pd e del Pdl nei confronti delle donne. Per il mio partito noi donne siamo il motore del cambiamento, per il Pdl una scocciatura da evitare nella guerra maschile per le liste".