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Approvata risoluzione PD sul dramma carceri

3 ottobre 2012

Pubblicato in: Regione Emilia-Romagna

Approvata ieri dall’Assemblea regionale una Risoluzione PD che affronta l’emergenza carceri e chiede con forza allo Stato italiano di sanare la drammatica situazione vissuta dai detenuti. Una condizione di sostanziale inciviltà che ha già attirato la condanna della Corte Europea dei diritti umani nonché i ripetuti moniti del Capo dello Stato, l’ultimo proprio di questi giorni. Tanto che, come dichiarato in aula dalla prima firmataria Roberta Mori, “le inadempienze del precedente Governo, la mancanza di investimenti e il ritardo con cui si è formalizzata la proposta del Ministro Severino di ampliare gli accessi a pene alternative al carcere, nonché le lungaggini nell’iter parlamentare del provvedimento, hanno indotto lo stesso Presidente Napolitano a fare appello nuovamente a misure di clemenza.”
 
I numeri riportati dalla Risoluzione motivano l’emergenza: 67.428 detenuti – un terzo stranieri, quasi la metà in attesa di giudizio definitivo – a fronte di 45.566 posti regolamentari nei 206 istituti penitenziari italiani. Oltre 730 suicidi dal 2000 ad oggi. 43 soltanto quest’anno. Nonostante la nostra Regione abbia istituito la figura del Garante dei detenuti, abbia previsto percorsi di formazione, orientamento e reinserimento, abbia favorito l’utilizzo di misure alternative alla detenzione e stanziato ingenti risorse per la realizzazione del Piano carceri, l’Emilia-Romagna detiene il secondo posto (dopo la Puglia e prima della Lombardia) nella classifica dell’affollamento carcerario nelle regioni: un sovraffollamento del 170% circa, dato da 13 carceri, 2.394 posti, 4.089 reclusi. Sul totale dei reclusi oltre 140 sono donne, la metà di nazionalità straniera.
 
“Il fatto dirimente e più grave – spiega la consigliera Mori – è che delle misure contenute nel Piano Carceri nazionale 2010, il governo Berlusconi non ha realizzato quasi nulla, né ha istituito organismi indipendenti di garanzia e monitoraggio sugli istituti detentivi, né offerto percorsi alternativi alla reclusione: solo tagli al “Programma Amministrazione penitenziaria” e diminuzione del 38% in tre anni dei finanziamenti ministeriali. Tali mancanze hanno reso il nostro sistema carcerario una vera e propria “discarica sociale” e una vergogna del nostro Paese.”
 
Per questi motivi l’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna chiede al Parlamento di approvare urgentemente il provvedimento ora all’esame della Commissione Giustizia della Camera, che va nella direzione di misure restrittive alternative al carcere, con il doppio vantaggio di combattere il sovraffollamento e dare risposte più consone al recupero dei diversi tipi di marginalità sociale. Al Governo Monti si chiede di attuare con adeguate risorse il Piano carceri, al fine di ristabilire condizioni di vita dignitose per i carcerati italiani, condizioni di lavoro più sostenibili per gli agenti, una migliore sanità penitenziaria e l’attivazione dei programmi formativi e di recupero dei detenuti e delle detenute.
“Con una riforma del sistema carcerario – conclude Roberta Mori - coerente e incentrata sulla funzione di recupero della pena, non saremmo costretti a parlare di atti come amnistia e indulto, che destano sempre allarme sociale e palesemente non risolvono i problemi di giustizia in uno stato di diritto.”


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