Dichiarazione di Ilenia Malavasi, responsabile Scuola del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna:"Ancora tagli sulla scuola: sembra questo il quadro che emerge dalla proposta di provvedimento che il Governo ha licenziato e che è al vaglio del Parlamento. Il taglio previsto del 10% del personale dipendente e del 20% dei dirigenti per tutte le pubbliche amministrazioni potrebbe avrebbe ricadute pesanti anche sulla scuola dopo i tagli subiti dalla Riforma Gemini-Tremonti, che ha già tagliato 8 miliardi di euro nei tre anni precedenti e 140.000 posti di lavoro tra docenti e Ata.
A questo si aggiungono i tagli agli enti locali, per 25.5 miliardi di euro dal 2012 al 2014, che finiranno per ingessare gli enti pubblici, dalle regioni, alle province, ai comuni, che si vedranno costretti a sospedere l'erogazione dei servizi educativi e socio-sanitari, che sono un fiore all'occhiello di questa Regione.
Molte sono le preocupazioni sulla scuola: 500 milioni di tagli, 10.000 docenti in esubero, che saranno immessi in classi scolastiche a prescindere dalle loro classi di concorso, con il conseguente taglio di ulterori 10.000 specializzati con contratti annuali che saranno esclusi dall'insegnamento, oltre a 3.565 insegnati ritenuti inidonei che saranno destinati ad altro ruolo. Arriviamo così a 23.565 docenti, di cui non si considera nè la professione, nè la competenza acquisita nel corso della loro carriera scolastica. Tutto questo verrà dunque a scapito di posti di lavoro e cosa ancor più grave a scapito della qualità educativa e della proposta didattica delle nostre scuole. E' così che guarduamo al futuro dei giovani?
Credo che la scuola abbia già abbondantemente dato e non è possibile continuare a fare cassa sul futuro dei nostri figli. La scuola ha perso autorevolezza e credibilità, non viene più considerata ascensore sociale dalla collettività e il ruolo dell'insegnate è stato dequalificato.
Cosa dobbiamo aspettare per avere di nuovo attenzione sulla scuola pubblica? Vorrei ricordare al Ministro che è stata la scuola pubblica che ha permesso, a partire dal dopoguerra, di far crescere la classe dirigente, educando tutti e elevando la potenzialità complessiva dei nostri territori, dando a ogni cittadino un'istruzione e una formazione di qualità.
Oggi alla scuola mancano risorse, docenti stabili, dirigenti.
Siamo un Paese che investe poco in questi settori e visto che pare che non riusciamo a capire la lezione, ne pagheremo le conseguenze. Forse converrebbe a tutti tornare a scuola, per capire quanto l'Italia abbia bisogno di una scuola pubblica di qualità come obiettivo fondamentale per tornare a crescere!".
