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Partito Democratico - Emilia-Romagna
  venerdi 19 aprile 2024 Partito Democratico Emilia-Romagna
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Dialogo sul PD: Caronna e Bettini

4 ottobre 2008

Pubblicato in: Iniziative pubbliche

Allegati 1 - Il testo dell'intervento di Mario Del Pero, docente di Storia americana dell’Università di Bologna ed esponente del CdA dell’Istituto Gramsci,
2 -
Il testo dell'intervento di Giuseppina Muzzarelli, docente di Storia medievale dell’Università di Bologna, ed esponente del CdA dell’Istituto Gramsci
3 -
I testi degli interventi di Domenico Cella, Michele La Rosa e Mario Chiaro, dell'Istituto Alcide De Gasperi Emilia-Romagna
4 -
Il testo dell'intervento di Salvatore Caronna, Segretario regionale del PD Emilia-Romagna


Salvatore Caronna
(leggi e scarica il suo intervento) imposta il proprio ragionamento partendo da una sollecitazione di Mario del Pero, dell'Istituto Gramsci: si può ancora realizzare un valido progetto di azione politica nazionale se si trascura il peso sempre più schiacciante delle logiche e problematiche sovranazionali? No, afferma il Segretario regionale, sottolineando che spesso anche all'interno del PD ciò viene sottovalutato. I recenti fatti di Parma, prosegue, sono ad esempio il sintomo di una spinta culturale e sociale che sta prendendo slancio in tutto il mondo, e che in Italia trova sponda in una destra che "spaccia come modernizzazione una restaurazione tesa a riallargare il solco tra più e meno abbienti". L'identità del partito dovrà perciò essere costruita contrastando con forza questa spinta culturale. Piuttosto che attardarsi nelle discussioni interne, esorta Caronna, il PD elabori proposte su temi fondamentali quali la scuola, il lavoro e la sanità, per farsi portavoce dei più deboli e di chi non si rassegna al declino del Paese.

Su questi temi, così come su aspetti controversi quali la bioetica, il nucleare e la collocazione internazionale del partito, il Segretario invoca anche l'istituzione di vere e proprie Primarie: "ci siamo dati regole di democrazia per la scelta di dirigenti e candidati, utilizziamole anche per confrontarci sulle questioni cruciali del presente". "Così - prosegue - supereremo anche i discorsi sulle culture di appartenenza". Al cospetto di problemi talmente inediti, infatti, "le differenti posizioni di partenza non potranno che stemperarsi". Il Segretario regionale accenna anche al contributo che l'Emilia-Romagna può offrire alla costruzione identitaria del PD. "Qui più che altrove siamo stati capaci di coniugare lo sviluppo economico con la coesione sociale e culturale", è il suo pensiero. E su tali aspetti si potrà e dovrà dare molto, soprattutto se classe dirigente locale comincerà a pensarsi e ad agire non solo in chiave territoriale, ma anche nella più ampia dimensione nazionale.

Goffredo Bettini, coordinatore nazionale dell'iniziativa politica del PD, pone al centro del suo intervento "la grande voglia di confronto" che si avverte all'interno del partito. Il PD, infatti non è nato per essere la somma di partiti politici, di gerarchie e gruppi dirigenti, ma per dar vita ad una "mescolanza di popoli", per rispondere a quella domanda di "confronto e di dialogo che ha sempre caratterizzato gli spiriti riformisti del nostro Paese". È giunto quindi il momento di "dare voce a queste spinte che provengono dalla società" mettendo in moto idee nuove attraverso occasioni di scambio "non soltanto politico, ma anche culturale e associativo". "Le condizioni ci sono -prosegue Bettini - purché le decisioni vengano prese su base qualitativa e non quantitativa". Per questo occorre mirare ad avere iscritti "consapevoli" che dovranno essere chiamati a decidere "non solo i gruppi dirigenti ma anche sui grandi temi", solo così il PD potrà cambiare davvero lo scenario politico italiano.

Uno scenario che vede il PD contrapposto ad uno schieramento di centro destra che "vuole la società organizzata in categorie", una visione "umiliante e mutilante" che dobbiamo combattere "con il dialogo".  "Noi vogliamo - conclude il coordinatore del PD, creare reti", reti "di confronto, di interconnessione di solidarietà", per valorizzare la gente e mettere al centro le persone. Un tessuto "nel quale gli esseri umani possano sentirsi liberi di esprimere idee, pensieri, valori e la propria visione di un mondo senza più confini". In una parola: "l'umanità che ciascuno di noi porta dentro di sé".





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