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Primarie Parlamentari: Bonaccini: "Siamo l'unica forza in grado di farle non dobbiamo temere la nostra gente"

20 gennaio 2012

Pubblicato in: Interviste

«Se non cambia la legge elettorale, il Pd deve fare le primarie per scegliere i suoi parlamentari. Da febbraio in Emilia Romagna ci metteremo al lavoro per organizzarle. Per gennaio dell'anno prossimo saremo pronti». Il segretario regionale Pd Stefano Bonaccini è in prima linea sulle primarie per scegliere i candidati a Camera e Senato, con un'impostazione ancor più radicale da quella proposta da Salvatore Vassallo e Pippo Civati. «Quota nazionale ridotta ai capilista, anche meno del 20%, e nessuna percentuale alle correnti, perché chi è capace e meritevole non ha nulla da temere». L'unico
aspetto su cui discutere è quello del corpo elettorale: «Io vorrei che votassero tutti gli elettori, ma in alcune Regioni questo potrebbe creare problemi di "inquinamento" del voto. Si può creare un albo degli elettori».

Bonaccini, tutto questo vale se non si riesce a cambiare il "Porcellum" per via parlamentare.

«Sì, sarebbe preferibile cambia re lalegge elettorale. Lo stesso Bersani ha indicato chiaramente la necessità di cancellare il "Porcellum". Ma se questo non fosse possibile, allora è giusto cautelarsi, ed è giusto che ognuno faccia le sue proposte. Quella dell'Emilia Romagna è di fare le primarie per i parlamentari».
 
Lei sa però che le primarie per i parlamentari sono un vecchio mantra. Le propose già nel 2008 l'ex segretario Salvatore Caronna e non se ne fece nulla. Stavolta ce la farete?

«Oggi è cresciuta nel partito la consapevolezza che il solco tra politica e cittadini ha raggiunto livelli allarmanti. E per colmarlo serve che i partiti recuperino maggiormente il rapporto con gli elettori, a partire dal restituire loro la possibilità di scegliersi i propri rappresentanti».

In concreto qual è la vostra proposta?

«A febbraio costituiremo un gruppo di lavoro con tutti i segretari provinciali per mettere in campo un'idea da confrontare con altre già deposi, tate. Se si voterà in primavera 2013, a gennaio dell'anno prossimo potremo aprire i gazebo».

Tanti dubbi riguardano il metodo. Civati e Vassallo depositeranno domani (oggi, ndr) un odg che fissa al 20% la quota di parlamentari decisa dal nazionale. Lei che ne pensa?

«Appoggio quella proposta. Io penso addirittura che la quota nazionale debba essere limitata ai capilista. Giusta la suddivisione dei collegi su base provinciale, che non penalizzai territori. Credo che si debbano tutelare anche le quote rosa, non solo garantendo i1 50% di donne, ma anche l' alternanza in lista».

Secondo alcuni potrebbero però esserci problemi di inquinamento del voto.

«Qui da noi non penso si corra questo rischio, ma in alcune Regioni in cui siamo più fragili può accadere. Si tratta di valutare se sia meglio tenere le primarie aperte a
tutti gli elettori oppure ad un albo di elettori cui ci si possa iscrivere».

Lei sa che gli scettici restano molti. Le correnti rischiano di finire frantumate. Fisserete delle quote anche per loro?

«No, nessuno deve temere il voto della gente».

Se la legge elettorale restasse questa e Roma"tentennasse" sulle primarie, l'Emilia – Romagna andrà avanti da sola?

«Io penso che le decisioni si prendano insieme, ma se restasse il "Porcellum" farei fatica a capire perché non si fanno le primarie. Non dobbiamo temere di aprirci al coinvolgimento della gente. È una bella sfida, anche verso coloro, ad esempio i grillini, che parlano molto di partecipazione ma fino ad ora le primarie, quelle vere, non le hanno mai fatte».

fonte: la Repubblica ed. del 20/01/2012 intervista a cura di Silvia Bignami 


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