Questo l'intervento di
Luigi Mariucci, responsabile Lavoro del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna
"La vicenda dell'
accordo GD sta determinando un eccesso di enfasi, da entrambe le parti, e pare condizionata da un insieme di equivoci. Non potendo entrare nel merito della dinamica che ha portato all'accordo, mi limito ad osservare che a leggere bene la clausola del contratto aziendale in discussione è evidente che questa non produce alcun effetto preclusivo a danno di singole organizzazioni sindacali. In questo senso appare del tutto fuori luogo ipotizzare un comportamento antisindacale da parte dell'azienda. Infatti la clausola prevede che debbano essere sottoposte alla approvazione preventiva dei lavoratori le piattaforme "da chiunque proposte": il che significa che resta intatta la libertà di azione di ogni sindacato. Qui sta la differenza abissale con i contratti separati Fiat, con i quali vengono abolite le rappresentanze unitarie elettive e si pretende di escludere la Fiom dallo stesso esercizio dei diritti elementari di agibilità in azienda (permessi, assemblee ecc.).
In secondo luogo la clausola dice che "l'azienda prende atto del percorso qui descritto valutando positivamente la possibilità di prendere in considerazione come base ed oggetto delle trattative solo la piattaforma così approvata": quindi non esiste, né potrebbe, un vincolo assoluto alla libertà d'impresa essendo ovvio che l'impresa può in ogni caso negoziare liberamente non essendo certo vincolata ad alcun obbligo a contrarre.
Infine non c'è alcun contrasto con le regole stabilite nell'accordo interconfederale del 28 giugno, le quali rinviano sul piano delle procedure decisionali a successive deliberazioni, negoziali e intersindacali. Al contrario degli accordi separati della Fiat i quali sono in linea di netto contrasto con le regole di cui all'accordo del 28 giugno.
L'unica obiezione fondata all'accordo GD sta dunque su un altro piano. Riguarda l'inopportunità che le regole della democrazia sindacale vengano definite azienda per azienda, con il rischio di alimentare la logica del "fai da te" e quindi la balcanizzazione delle relazioni contrattuali: proprio quei pericoli che giustamente la Fiom drammatizza rispetto alla vicenda Fiat e più in generale verso l'indecente art. 8 dell'ultima manovra finanziaria voluta dal governo Berlusconi. Occorre tenere conto infatti dell'antico detto evangelico: "chi di spada ferisce...""