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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Bonaccini: "Patto di stabilità la Lega si sveglia tardi"

21 novembre 2011

Pubblicato in: Interviste

L’assessore Marino ha ragione quando chiede di allentare il Patto di stabilitàche paralizza i Comuni». Così il segretario regionale del Pd Stefano Bonaccini commenta l'argomentodel giorno, dopo l'appello lanciato dal municipio e l'allarme dei costruttori per i pagamentitroppo ritardati delle opere pubbliche. «Noi delPd aggiunge lo sosteniamo
da tempo, soprattutto in Emilia Romagna. Di fronte a unacrisi economica così dirompente
bisognava introdurre alcune misure anticicliche. E l'allentamento del patto di stabilità nazionale è una di queste».


Il problema è che non tutti i Comuni hanno i conti in regola

«Noi siamo un partito serio: avevamo proposto che il Patto di stabilità fosse allentato
solo per gli enti locali virtuosi. In Emilia-Romagna abbiamo calcolato in centinaia e centinaia di milioni di euro le risorse bloccate. Quei soldi sono il frutto delle tasse dei cittadini, non di Roma ladrona. Ma non possono essere spesi per le opere pubbliche e per i pagamenti alle imprese che hanno terminato i lavori».

L'accenno a Roma ladrona è un attacco alla Lega. Perché?

«Soprattutto i leghisti, ma anche il Pdl, non hanno capito una cosa: siccome nel nostro
territorio i tre quarti degli appalti pubblici sono vinti da imprese locali, modificare il Patto di stabilità e consentire pagamenti più rapidi significa dare ossigeno fresco a imprese e lavoratori. Ecco uno dei motivi della sconfitta del governo Berlusconi-Bossi: di fronte alla crisi non hanno saputo interpretare le necessità dei territori. Un federalismo alla rovescia, che per
salvare il centro ha bastonato la periferia».


Lamentarsi, però, non è sufficiente
«E infatti ci siamo rimboccati le maniche. Grazie alla giunta Errani, al centro-sinistra e in particolare al Pd, un anno fa la Regione, unica in Italia, ha approvato una legge sul Patto di stabilità territoriale. Poche settimane fa sono stati messi a disposizione oltre 105 milioni di euro per il sistema economico. La Regione ci ha messo 84 milioni di suo, cui si sono aggiunti,
proprio in virtù della nuova legge, 21 milioni ottenuti sbloccando fondi di Comuni e Province che diversamente sarebbero stati avocati dall'amministrazione centrale. Ora queste risorse saranno ripartite, permettendo agli enti locali di pagare una parte delle ditte».


E a Modena quanto arriverà?
«Quasi undici milioni di euro distribuiti su 22 Comuni. I pagamenti consentiranno alle
aziende di avere a disposizione liquidità fresca: un fatto molto importante, viste le
difficoltà attuali di accesso al credito».


Servirebbe molto di più

«Certo, e mi auguro che il governo Monti intervenga allentando il Patto di stabilità.
Purtroppo si sono persi molti anni per l'immobilismo del governo precedente e oggi la
situazione di indebitamento del Paese è allarmante. Il Pd, comunque, riproporrà con
forza la questione: può essere un volano per la crescita».


A dire la verità l'hanno appena fatto i leghisti, con un ordine del giorno del consigliere regionale modenese Mauro Manfredini. Chiede a Errani di premere sul governo perché allenti il Patto di stabilità per le Regioni, troppo vincolante
«I leghisti dovrebbero arrossire di vergogna. Non fanno che accodarsi, solo oggi, a quello che noi abbiamo chiesto per anni a un governo di cui facevano parte Bossi, Maroni e Calderoli, che ci ha sempre risposto picche. Ma c'è di più, e la gente lo deve sapere: quando in dicembre
la Regione ha votato la nuova legge la Lega si è opposta, spiegando che con l'introduzione
del federalismo non ci sarebbe stato bisogno di intervenire sul Patto di stabilità. Complimenti per la coerenza».

Dal patto di stabilità all'Ici: pare proprio che sarà reintrodotta quella sulla prima casa. Vedremo in quali forme, ma intanto l'assessore al bilancio Colombo è scettico sugli effetti positivi che ne ricaveranno le casse municipali
«L'abolizione dell'Ici è stata un gravissimo errore di Berlusconi. La decise, dopo aver vinto le elezioni del 2008, in nome di un populismo che non affrontava i problemi ma cercava solo l'applauso. In un Paese con il secondo debito pubblico al mondo fu una scelta sciagurata. E ha
messo in ginocchio i Comuni, togliendo loro l'unica tassa davvero "federalista". Poi è arrivata la grande crisi e oggi quelle risorse avrebbero potuto essere utili, in particolare per sostenere il welfare. Dunque mi pare inevitabile un ripristino, anche se a breve sarà introdotta una nuova imposta municipale, l'Imu. Perfino i leghisti si sono resi conto che i comuni "padani"
hanno gravi difficoltà economiche. Con una tassa sul patrimonio immobiliare, che dovrebbe essere ovviamente progressiva, forse gli enti locali potranno evitare i ritocchi all'addizionale Irpef».


Dalle imposte all'urbanistica: pare proprio che ci sia un disgelo, sul piano di emergenza per la casa e l'affitto, tra giunta comunale, Pd e SeL


«Visto che da Piacenza alla Romagna stiamo governando con larghe alleanze di centro-sinistra, non è banale immaginare una situazione analoga anche a Modena. E' positivo che il sindaco Pighi abbia riavviato il dialogo, l'importante è evitare inutili schermaglie e affrontare i problemi per quelli che sono. Ma se c'è la buona volontà si può ricomporre il quadro politico, rendendolo più unitario».

fonte: L'informazione di Modena ed. 20 - 11 - 2011 intervista a cura di Eugenio Tangerini


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