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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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La maggioranza non c'è più

8 novembre 2011

Pubblicato in: Attualità

L'Aula della Camera ha approvato il disegno di legge di Rendiconto generale dello Stato per il 2010. Ma i voti a favore sono stati solo 308, più un astenuto, i non votanti 321. Di fatto Berlusconi ha perso la maggioranza, ben 11 deputati di centrodestra non hanno partecipato al voto.

"Questo voto ha certificato su un atto dirimente per la governabilità del Paese, che il governo non ha la maggioranza in quest'Aula", ha dichiarato nell'Aula della Camera il leader del PD Pier Luigi Bersani, dopo il voto sul rendiconto economico.

"Se ancora si annida in lei un briciolo di responsabilità di fronte all'Italia, rassegni le dimissioni.Si dimetta. Se lei non lo facesse, e io non oso credere che non lo faccia, le opposizioni valuterebbero iniziative ulteriori perchè così non possiamo andare avanti. Io richiamo per quel che posso esprimere del sentimento del Paese, diamoci un colpo di reni, facciamo un gesto, non possiamo andare sull'orlo del precipizio per dei puntigli".

L'incredulità dello stesso Berlusconi è tanta, che subito dopo la proclamazione dei risultati, ha voluto consultare immediatamente il tabulato con il resoconto ufficiale della votazione e controllare di persona i nomi dei cosiddetti "traditori".

E dalle fila del Partito democratico la voce è unanime: "Berlusconi si faccia da parte, la maggioranza non c'è più".

"Alla Camera è andata in onda davvero la resa dei conti - ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del PD al Senato - Berlusconi non ha più una maggioranza parlamentare. Se nella maggioranza c'è ancora qualcuno che ha a cuore l'Italia convinca Berlusconi a dimettersi subito. Se il premier non lo farà dimostrerà di essere un irresponsabile nei confronti del Paese".

"Adesso Berlusconi consenta di verificare la possibilità di un governo di responsabilità che affronti l'emergenza economica e permetta di varare una nuova legge elettorale. Per poi tornare a votare'', ha commentato Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, sottolineando che "il rendiconto generale dello Stato è stato approvato grazie alla responsabilità delle Opposizioni".

I Gruppi delle Opposizioni non hanno partecipato al voto sul Rendiconto generale dello Stato in corso alla Camera, ma sono stati presenti in Aula per garantire il numero legale.

"Berlusconi dimostri oggi che ha i numeri", aveva detto il capogruppo del PD alla Camera Dario Franceschini, nel suo intervento a Montecitorio durante le dichiarazioni di voto. "Questo è il momento per verificarlo. Noi restando in Aula consentiremo l'approvazione del Rendiconto".

Secondo Franceschini, "la risposta dei mercati, alle annunciate dimissioni del presidente del Consiglio suona come una richiesta di voltare pagina. Davanti alla richiesta di un governo di responsabilità nazionale, la risposta di Berlusconi è unicamente 'no', perchè ritiene di avere i numeri per anfare avanti. Noi insieme facciamo un atto di responsabilità e di sfida".

Ha concluso Franceschini: "In un altro Paese o in un altro tempo nel nostro Paese, un vero leader politico avrebbe da tempo in queste condizioni fatto un passo indietro nell'interesse del proprio Paese o per salvare la propria maggioranza. Di tutto questo non c'è traccia ma solo una testarda volontà di restare ad ogni costo".

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"Il messaggio che arriva dalle Opposizioni è: 'contatevi''. Così il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani, ha spiegato la decisione delle opposizioni, presa durante la riunione dei capigruppo di PD, Idv e Terzo polo, oltre ad una delegazione dei Radicali. Vertice che si è tenuto alla Camera per decidere la strategia e una linea comune da tenere in Aula.

"Abbiamo deciso che staremo in Aula ma non parteciperemo al voto - ha spiegato Dario Franceschini- perché il Paese e chi ci guarda deve verificare in modo incontestabile se Berlusconi ha ancora la maggioranza per governare".

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In mattinata, in merito ai possibili scenari che si profilavano dalla crisi di governo, le ipotesi e le dichiarazioni della maggioranza sono state molteplici, spesso contraddittorie o addirittura fantasiose, a dimostrazione che il governo non sa davvero più che direzione seguire.

“Bossi auspica Alfano premier? Ha commentato Nico Stumpo, responsabile Organizzazione della Segreteria nazionale del PD. "Si magari con Calderoli vicepremier. Ecco, a questo punto l’unica cosa da dire è stop alle telefonate!”

Secondo Anna Finocchiaro, presidente del Gruppo del PD al Senato, "dopo le parole di Bossi, Berlusconi si deve dimettere. Nemmeno la Lega lo sostiene più, e non è più accettabile il balletto del pallottoliere e del toto-fiducia sulla pelle dei cittadini e delle imprese italiani".

Fonte beta.partitodemocratico.it


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