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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Intervista a Stefano Bonaccini

8 aprile 2011

Pubblicato in: Interviste

questo il testo dell'intervista di Giovanni Egidio al Segretario del PD dell'Emilia - Romagna Stefano Bonaccini pubblicata sul quotidiano la Republicca ed. Bologna dell'8 aprile 2011  

Stasera aspetta Bersani per la notte bianca della scuola (<


«Molto importanti per noi -dice Stefano segretario regionale delPd-anche se tutti guarderanno al poker: Bologna, Rimini e Ravenna, dove si vota sia in comune che in provincia. Rispetto al 2006, il vento è cambiato, soffia da destra. Ma noi siamo piuttosto attrezzati.
 
Ecco, cominciamo da Bologna, ma anziché dal 2006, partiamo da un anno e mezzo fa, cioè dale dimissioni di Delbono. Giusto per non dimenticare.

«Certo, partiamo anche da poco prima, da quando sono stato eletto segretario regionale e due mesi dopo a Bologna si è dimesso il sindaco. Sembrava
una situazione disperata, e in parte lo era. Credo ci sia stata molta umiltà e determinazione in tutti noi per risalire la china e arrivare a queste elezioni. Dopo essersi scusati, come ho fatto io, per primo, sforzandomi di tenere unito il partito e cercare una soluzione per il futuro».

Quando Cevenini ha gettato la spugna, la soluzione è sembrata dissolversi.

«Su Cevenini, si sa, avevamo  sondaggi ottimali. Ma lui, dopo l'infortunio, è ancora con noi, e resta un valore aggiunto. Aiuterà Merola, che poteva sembrare un candidato più debole, ma ha acquistato forza dalle primarie, utilissime in questo caso».

Oltre a un ripasso sul calcio, cosaraccomanda a Merola?

«Sono di Modena, gli regalerò un almanacco della Panini... Battute a parte, sono convinto che la sua solidità amministrativa verrà apprezzata col tempo. E non gli raccomando nulla, gli do solo un consiglio: tenere insieme una visione della città del futuro e la quotidianità. Il suo giro in Europa mi è sembrata una scelta molto intelligente, ma non posso fare a meno di notare che a Bolognail problema di pulizia e dissesto del centro storico vada affrontato subito dal nuovo sindaco. Faccio un riferimento alto, ma per me il modello è sempre Prodi e la sua capacità di visione e concretezza sui problemi.
 
Per la prima volta, il Pd si scontra in città con un candidato leghista espressione di tutto il centrodestra. Un altro passo in avanti del Carroccio in Emilia. Siete preoccupati?

«Conosco Bernardini, è in Regione con me e lo stimo anche. Però la sua candidatura per il Pdl è un suicidio politico, fa più male a loro che a noi. Quanto alla Lega-fenomeno politico che io studio senza snobismo- da due anni a questa parte non sta più erodendo voti a sinistra, com'era successo, ma solo a destra».

Hanno slogan facili ed efficaci e un candidato lontano dagli stereotipi del celodurismo. Davvero non temete nulla ?
 

«Negli otto degli ultimi dieci anni la Lega ha governato il Paese e il Paese è arretrato fino ad arrivare al degrado civile e politico di questi tempi.  
Gridavano Roma Ladrona, e poi? Agitano le paure, ma non hanno soluzioni di governo. E sottoscrivono le leggi ad personam. Dietro Bernardini c'è quello».

Dietro la Frascaroli invece cosa c’è ?

«Un movimento interessante. Io devo portare voti al Pd. Ma ogni voto che arriva a sostegno del nostro candidato per me è il benvenuto».

E dietro allo scontro tra la CGIL e gli altri sindacati sul Primo Maggio ?

«So, sanno tutti, che ci sono posizioni differenti. Ma continuo a pensare che il Primo Maggio sia la festa dei lavoratori e un'occasione di unità. E così da sempre e quasi ovunque, da uomo di sinistra mi auguro ci sia ancora lo spazio per evitare ogni possibile separazione



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