Mentre il dibattito sull'efficacia e sull'utilità del
federalismo municipale è ancora in corso e il confronto sul quello regionale nel vivo, la Camera ha approvato una legge significativa per i Comuni sotto i 5000 abitanti.
Il disegno di legge, presentato più volte negli ultimi anni dall'on.
Realacci, ma mai definitivamente approvato a causa dell'interruzione anticipata degli ultimi mandati parlamentari, è stato finalmente licenziato dalla Camera nei giorni scorsi e segna una tappa importante nella storia degli enti locali. Il dispositivo bipartisan, infatti, arriva in un momento drammatico per le piccole comunità, alle prese con la crisi economica, le difficoltà di tenuta del tessuto sociale, i tagli alle risorse finanziarie. Se la dimensione ridotta è il tratto che caratterizza questi Comuni, non è altrettanto marginale la loro diffusione sul territorio nazionale: si tratta infatti della maggior parte dei Comuni italiani, precisamente il 72%, con una popolazione di oltre 11 milioni di cittadini.
Fra le diverse misure previste dalla legge a sostegno dell'identità e della qualità della vita, vale la pena ricordare la
dotazione di 40 milioni di euro per l'anno 2012 per gli interventi diretti a tutelare l'ambiente e i beni culturali, a
mettere in sicurezza le infrastrutture stradali e gli istituti scolastici, a
promuovere lo sviluppo economico e sociale e all'incentivazione dell'insediamento di centri di eccellenza quali istituti di ricerca,
laboratori,
centri culturali e
sportivi.
Un altro punto interessante, prevede che le Regioni possano promuovere le cablature degli edifici dei piccoli comuni allo scopo di diffondere i servizi di comunicazione a banda larga, migliorare l'
e-government, istituire centri multifunzionali nei quali organizzare una pluralità di servizi, infine favorire l'installazione di antenne satellitari collettive allo scopo di limitare l'impatto ambientale.
