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Fotovoltaico: Risoluzione del Gruppo PD in Regione contro il decreto del Governo

10 marzo 2011


Allegati 1 - Il testo della risoluzione

I Consiglieri Regionali del PD hanno presentato all'Assemblea Legislativa una Risoluzione sul decreto legislativo del Governo in materia di energia rinnovabile (primo firmatario Tiziano Alessandrini). Il Gruppo PD chiede alla Giunta Regionale «un rapido intervento per contrastare e modificare una normativa che metterà in crisi il settore fotovoltaico e a rischio migliaia di posti di lavoro in Emilia-Romagna», afferma il Presidente del Gruppo Marco Monari

Il 3 marzo scorso il Governo nazionale ha approvato in via definitiva lo schema di decreto legislativo in attuazione della direttiva europea 2009/28 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Il decreto, che avrebbe dovuto riformare gli incentivi in modo da raggiungere nel nostro Paese il 17% di fonti rinnovabili sul consumo energetico finale al 2020, dispone invece, in corso d'opera, la sospensione degli incentivi già previsti e annuncia che gli stessi incentivi saranno rivisti tra un mese. Le modifiche apportate al decreto, introdotte all'ultimo momento senza confronto con le Regioni ed in contrasto col dettato del Conto Energia 2011-13, oltre a suscitare forti perplessità quanto alla loro legittimità, causano una gravissima incertezza che avrà enormi ripercussioni sulla filiera imprenditoriale delle fonti rinnovabili.

«Le associazioni di imprenditori del settore delle rinnovabili (tra cui Anev, Aper, Anie‐Gifi, Assosolare, Assoenergie Future), uno dei pochi che in questo periodo di crisi ha visto un aumento occupazionale, hanno espresso fortissima preoccupazione. Molti imprenditori, sulla base della vigente normativa, avevano già contratto impegni finanziari e stipulato mutui con le banche al fine di investire nella realizzazione del fotovoltaico entro la scadenza del 31/12/2013 e il sistema bancario ha già annunciato la sospensione dei finanziamenti previsti (e che entro il 16 marzo si svolgerà una riunione di Abi sull'argomento)» sostiene Tiziano Alessandrini.

«Asso Energie Future stima che la situazione metterà a rischio 120mila posti di lavoro all'interno della filiera del fotovoltaico, molti dei quali anche in Emilia-Romagna, mentre Gifi‐Anie denuncia che sono a rischio 40 miliardi di euro di investimenti programmati nei prossimi mesi sul fotovoltaico e che per almeno 10.000 persone si dovrà far ricorso immediato alla cassa integrazione» afferma il Presidente del Gruppo PD in Regione Emilia-Romagna Marco Monari.

«Negli ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha dimostrato forte attenzione al tema delle rinnovabili. Se con il Primo Piano energetico regionale ha investito sullo sviluppo delle fonti rinnovabili in chiave sia di autosufficienza energetica e rispetto ambientale, sia di espansione economica del settore oggi trainante della green economy, ora con il nuovo piano energetico triennale la Regione vuole raggiungere e superare l'obiettivo europeo fissato al 2020 di una produzione energetica da fonti rinnovabili pari al 17%, prevedendo già entro il 2013 di aumentare di 1000-1200 Megawatt l'energia pulita prodotta - ricordano Alessandrini e Monari - Il decreto del Governo mette in serio rischio questi obiettivi».

Il Gruppo PD, tramite la Risoluzione, si oppone dunque all'approvazione di un decreto governativo che renderà molto difficile, se non impossibile, il perseguimento degli obiettivi europei richiamati, che non consentirà di ridurre la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali, e metterà in crisi uno dei pochi settori floridi della nostra economia, segnando pesantemente il destino di migliaia di aziende, di imprenditori e di lavoratori.

Il Gruppo invita la Giunta ad «intervenire presso il Governo nazionale perché venga rivisto il contenuto del decreto rispettando le indicazioni giunte dal Parlamento e dalla Conferenza delle Regioni, correggendo storture e sottovalutazioni e riaprendo il dialogo con le Istituzioni e le parti economiche interessate. Per dare immediate certezze ad un settore che non può essere lasciato senza direttive chiare e programmazioni certe fino al 30 aprile prossimo».



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