“Ora serve un atto di saggezza”. Questo l’auspicio del senatore Walter Vitali, capogruppo PD in Commissione bicamerale per l’attuazione del Federalismo fiscale.
“Il Governo e la maggioranza – afferma il senatore - sappiano trarre le giuste conseguenze dal voto di oggi. Il Parere sul decreto è stato respinto, anziché procedere in modo insensato - precisa Vitali – su un testo che non ha il consenso necessario, ci si fermi, si discuta in Commissione il prossimo decreto sulla fiscalità regionale e provinciale, e si torni poi ad affrontare il tema del fisco municipale”.
Secondo il senatore democratico “nel decreto legislativo presentato dalla maggioranza e dal Governo salta completamente il principio federalista in base al quale i contribuenti di un comune devono coincidere con i beneficiari dei servizi – precisa - affinché si innesti il circuito virtuoso di responsabilità e autonomia in cui noi crediamo fermamente e che può davvero portare a migliorare le prestazioni pubbliche. Di questo principio – afferma Vitali - nel decreto non c’è neanche l’ombra. Non ci sono innovazioni significative, anzi la situazione è destinata a peggiorare in termini di autonomia per i comuni. Meno risorse per i cittadini, meno autonomia tributaria locale – conclude il senatore PD - non è certo questo il federalismo della Legge 42, ma è quello che prevede il decreto voluto dalla maggioranza e dal Governo”.
Ferme le parole di Vitali in Commissione: “Poiché prima o poi tutti i nodi vengono al pettine, era difficile che i gravi vizi d’origine del decreto sul fisco municipale potessero essere corretti. E così è stato – si legge nella dichiarazione di voto – nonostante il ministro Calderoli per il Governo, purtroppo tardivamente, abbia cercato di dare ascolto alle proposte delle opposizioni. I condizionamenti iniziali – ha proseguito Vitali – erano troppo forti, e il risultato è stato un testo troppo distante dalle aspettative di autonomia e responsabilità delle comunità locali che sono alla base del federalismo fiscale, ben rappresentato dalla legge 42 del 2009 e nel quale noi ci riconosciamo, per avere la nostra approvazione”.