"Nessuna risorsa dovrà andare persa: il patto di stabilità nazionale ha fatto sì che , nel solo 2009, la voragine del debito pubblico nazionale abbia "risucchiato" qualcosa come 200 milioni di euro di potenzialità di spesa dei Comuni e delle Provincia dell'Emilia-Romagna, questo con la nuova legge regionale sul patto di stabilità non accadrà più e i nostri enti locali avranno la possibilità di mettere più risorse a sostegno del nostro tessuto produttivo".
Ospite di un'iniziativa del Pd di Bologna su
"Decentramento e Patto di Stabilità. Perché diciamo no al federalismo della Lega",
Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore al Bilancio della Regione Emilia-Romagna,
fa le prime proiezioni sull'entità e le modalità di applicazione della legge approvata a fine 2010 dalla giunta e dall'Assemblea legislativa di viale Aldo Moro. "In un momento difficile come questo - spiega Saliera - abbiamo la possibilità di dare ossigeno a Comuni e Province che, pur avendo le risorse in cassa non possono procedere ai pagamenti per via dei limiti imposti dal patto nazionale". Apprezzamento per l'efficienza della nuova legge è stato espresso dai
dirigenti del Pd presenti all'iniziativa:
"La legge regionale cerca di ridurre gli effetti delle politiche negative del governo", spiega
Sergio Lo Giudice, già capogruppo a Palazzo d'Accursio e responsabile programma del Pd di Bologna, mentre per
Marco Lombardelli, coordinatore dell'esecutivo del Pd regionale del'Emilia-Romagna, "la Regione ha operato saggiamente, nell'interesse dei nostri territori e delle nostre imprese e stupisce davvero l voto contrario della Lega Nord su questo provvedimento".
Disco verde al provvedimento anche da
Andrea Morrone,
costituzionalista e docente all'Università di Bologna, per il quale la norma regionale è una forma di responsabilizzazione della finanza locale. Morrone è invece molto critico sul cosiddetto federalismo: "È demodè e - attacca - rischia di essere solo funzionale alla secessione della Padania proposta dalla Lega Nord".