Nessuna donna deve più essere di proprietà di qualcuno
25 novembre 2010
"La violenza contro le donne non è un'eccezione, una tragica devianza; è la manifestazione estrema di una cultura maschile di sopraffazione, di incapacità ad accettare l'autonomia e la libertà delle donne; è la manifestazione inaccettabile di un senso di proprietà sulle donne, sul loro corpo e sulla loro vita.
Mi tornano alla memoria, attualissime e forti, le parole che esprimevamo negli anni 70, nelle manifestazioni dei movimenti delle donne: "sono mia". Non è ancora una realtà, anche se un grande cammino in avanti è stato compiuto. Impegnamoci affinchè nessuna donna più sia di proprietà di qualcuno.
L'Istat evidenzia dati impressionanti sulle donne vittime di violenza: violenze fisiche, psicologiche, imposizioni, limitazioni della libertà. Nel mondo ogni 8 minuti viene uccisa una donna; in Italia una ogni 3 giorni: nel 2010 sono già 115 le donne uccise. E questi crimini avvengono prevalentemente nell'ambito familiare e parentale: nel 54% dei casi le vittime sono state uccise dal marito o dal partner, il 9% dall'ex compagno, il 13% da famigliari. La violenza contro le donne, inoltre, non conosce distinzioni sociali o culturali, né colore: il 70% delle donne uccise nel nostro Paese sono italiane.
Per contrastare la violenza contro le donne, nessuna strategia è stata messa in atto dal Governo, che non solo non ha dato alcun contributo ai centri antiviolenza - luoghi nati e gestiti da associazioni femminili, con il contributo degli enti locali, che svolgono un ruolo straordinario di sostegno e di solidarietà - ma, con i tagli effettuati agli enti locali, li sta mettendo fortemente a rischio di chiusura. Il PD sollecita il Governo a non fare propaganda su un tema così tragico, ma a porre in essere azioni di contrasto, di prevenzione e sensibilizzazione culturale e di sostegno ai centri antiviolenza.
Ricordo che ancora alla fine degli anni 80 la violenza contro le donne era totalmente negata. I primi centri antiviolenza erano guardati con diffidenza e sospetto. Abbiamo conquistato la consapevolezza della drammaticità del fenomeno. Ora occorre contrastarlo con determinazione".Mariangela Bastico
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