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Primarie vuote? Dopo Delbono andavano fatte

14 ottobre 2010

Pubblicato in: Interviste

Salvo clamorose candidature dell’ultima ora sarà una gara a tre per scegliere il prossimo candidato a sindaco di Bologna per il centrosinistra tra Maurizio Cevenini, Amelia Frascaroli e Benedetto Zacchiroli. Si aspettava che altri alzassero la mano per dare vita ad una gara con un maggior numero di candidati?
Il PD e gli altri partiti del centrosinistra – spiega il segretario regionale del PD, Stefano Bonaccini – hanno scelto, aggiungo giustamente, di favorire al massimo la partecipazione di chiunque se la sentisse, anche al di fuori del perimetro dei partiti. Importante ora è che sia una libera e vera competizione tra idee e progetti per Bologna. Peraltro la bontà delle primarie non la fa il numero dei partecipanti, ma l’agibilità che viene garantita ai candidati, dentro un quadro di reciproco rispetto.

In estate lei era stato uno dei pochi a dire che le primarie sono uno strumento e che non bisognava impiccarsi allo strumento. Pensa che siano utili anche così anche se rischiano di essere solo un’incoronazione per Cevenini o si doveva seguire un percorso diverso?
La penso proprio così: le primarie sono uno strumento e non il fine. Ma, avendole praticate un anno fa su di me, quando mi candidai a segretario regionale, garantisco che possono essere un ottimo volano per favorire la partecipazione e visto cosa è accaduto a Bologna poco meno di un anno fa, era utile scegliere il candidato a sindaco insieme ai cittadini di Bologna e non come farà la destra, per la quale decideranno in quattro, chiusi in una stanza a Roma. Lo spettacolo che Lega e Pdl stanno fornendo sull’ipotesi di candidatura a sindaco è davvero imbarazzante.

Ha qualche rimpianto per il venir meno della disponibilità di Lorenzo Sassoli de’ Bianchi?
Nessun rimpianto, ma ribadisco ciò che ho sempre sostenuto: Sassoli è una delle migliori personalità di cui questa città dispone, dunque mi fa molto piacere sapere che, pur non correndo in prima persona, ci darà una mano.

Come valuta il fatto che nessun altro partito della coalizione ha deciso di schierare un proprio uomo alle primarie?
Le primarie di coalizione non impongono che gli alleati debbano avere per forza un proprio candidato, così come i candidati non sono necessariamente espressione dei partiti.

Ha rinunciato all’alleanza con l’Udc?
Cevenini, ma anche Donini, hanno detto una cosa molto chiara e semplice che condivido: un eventuale allargamento della coalizione potrà avvenire soltanto se ci sarà condivisione sul programma e con l’accordo degli alleati.

Olivio Romanini
Intervista pubblicata da Il Corriere di Bologna di Giovedì 14 ottobre 2010



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