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Parlamentari “Primarie vere per sceglierli. E Roma stia un passo indietro”

5 ottobre 2010

Pubblicato in: Interviste

Avanti con le primarie per scegliere i parlamentari. Sia come strumento di lotta per contestare una legge elettorale, il "Porcellum" che impedisce agli elettori di selezionare le personalità da mandare alla Camera e al Senato, sia come metodo per avvicinare la politica, sempre più lontana dalla gente. Dopo l'appello lanciato alcune settimane fa dal nostro giornale, a rafforzare la direzione intrapresa dal segretario regionale Pd Stefano Bonaccini, è il parere dei coordinatori provinciali del partito. Da Piacenza a Rimini, infatti, la proposta piace.

Con un'avvertenza: che, in caso di elezioni la prossima primavera, si tenga poi davvero conto delle indicazioni che usciranno dai territori Altrimenti, se prevalessero le logiche di "corrente" o le imposizioni da Roma, il rischio sarebbe quello di un boomerang, "Credo Sia una buona risposta politica da dare a una legge elettorale che impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti esordisce Raffaele Donini, numero uno del Pd di Bologna -. In questo momento faccio fatica a dire quando si andrà a elezioni, ma penso che sia una buona mossa per far capire che il partito non si adegua a una legge che ritiene sbagliata".
 
Alberto Pagani, coordinatore democratico di Ravenna, non nasconde che le difficoltà tecniche esistono. "Le primarie per il sindaco sono relativamente semplici, quelle per i parlamentari sono più complicate - osserva Pagani - Bisogna tenere conto della rappresentanza di genere (un uomo e una donna alternati, ndr) e di territorio, bisogna studiare bene come si compila la lista finale. Il fine è assolutamente giusto, ma bisogna evitare distorsioni, Tuttavia credo che sia un elemento che può anche recuperare alla politica qualche elettore che, magari, si è allontanato". Più esplicito Marco Di Maio, 26enne coordinatore democratico di Forlì: "Se non cambia la legge elettorale c'è necessità di primarie. Ma soprattutto bisogna poi tenere conto dei risultati, ovvero delegare alla scelta dei territori una fetta ampia delle liste, non solo il 10%". Insomma, se ci si crede, bisogna poi dimostrarlo nei fatti: "Penso che l`antipolitica trovi forza proprio dalla debolezza e dalla perdita di credibilità dei partiti tradizionali - osserva Di Maio -. A settembre ho notato un certo scoramento per le divisioni generate dal documento dei 75: se dobbiamo contrastare il voto di semplice contestazione che molti giovani danno alla Lega Nord o ai grillini, bisogna avere il coraggio di proposte nuove. La scelta dei parlamentari va in questa direzione".

Anche Lino Gobbi, coordinatore riminese del partito, pare avere le idee chiare: "Se c'è un giudizio positivo sul lavoro svolto da un parlamentare al primo mandato, tanto più se giovane come la nostra Elisa Marchioni - distingue il romagnolo -, allora si può bissare tranquillamente. Ma per individuare il senatore, possiamo certamente farle, le primarie. Siamo pronti". Per Davide Baruffì, segretario modenese del Pd e successore in quella carica di Bonaccini, "la priorità è cambiare la legge elettorale. Mi rendo conto che non sarà facile, ma quello deve essere il primo compito del Parlamento". Nel caso - probabile - in cui la normativa resti l'attuale, che porta la firma del ministro leghista Roberto Calderoli, di fronte a liste bloccate dobbiamo dare una risposta forte,anche se non dovrebbe essere solo un problema del PD", osserva Baruffi. Che dunque vede le primarie per Camera e Senato come uno "strumento di battaglia politica" .Consapevole che il meccanismo,al di là della condivisione dell'obiettivo, va studiato è Vittorio Silva, segretario del Pd piacentino, "È una proposta utile - spiega Silva - È ovvio che i territori possono scegliere, ma poi bisogna vedere a che altezza della lista finale vengono poi messe le personalità selezionate con il contributo di elettori e simpatizzanti". Non avere voce "su un tema così importante, non aiuta certamente chi si allontana dalla politica a riavvicinarsi." chiude Silva.


Andrea Bonzi
L'Unità del 5 ottobre 2010


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