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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Ripartire dai territori: cerniera dell'unità nazionale e motore dello sviluppo del Paese

7 settembre 2010

Pubblicato in: Feste

Incontro  dal titolo ‘Dal Centro Italia, idee per il Pd', nell'Area dibattiti di Piazzale Collenuccio, per Festa Marche, con David Sassoli, i segretari regionali del Partito Democratico di Marche e Umbria, Ucchielli e Bottini, e Lombardelli coordinatore della segreteria regionale dell'Emilia Romagna. Coordina la giornalista de l'Unità Maria Grazia Gerina.

"Si deve ripartire dai territori" esordisce Lombardelli  per il quale è dalle molteplici esperienze di questi che oggi si può costruire tanto di quella alternativa a cui Bersani sta lavorando. "Abbiamo un governo -  afferma - tra i più centralisti mai avuti, i suoi esponenti non sono per niente federalisti e propagandano, anche con scelte economiche e finanziarie, un federalismo che non c'è". Bisogna chiarire, secondo Lombardelli, che c'è invece chi, per cultura e per storia, l'autonomia l'ha fatta, l'ha costruita nei fatti e "queste terre - dice - che hanno prodotto buona politica, ne sono testimonianza". Sulla Lega che avanza anche nel Centro Italia, le ultime regionali dicono, per Lombardelli, tre cose, astensionismo, movimento di Grillo e Lega Nord e, anche se in Emilia Romagna, che è ed ha tutti i tratti di una regione del nord, si è scritto molto sullo sfondamento della Lega, i dati sono gli stessi del '96. Il consenso che raccoglie la Lega è un consenso ciclico anche perché "la Lega sbandiera un federalismo inesistente - dice - mentre l'Italia ha bisogno di un federalismo solidale". "Noi siamo capaci veramente di governare una comunità -  continua Lombardelli  - di tenere insieme migliaia di persone perché c'è un'idea diversa di società dove innovazione e coesione sociale vanno di pari passo" e conclude "qui c'è la possibilità di dare una risposta all'avanzata della Lega sui fatti". La lega raccoglie consensi, per Lombardelli, perché ha saputo sollecitare la "pancia" della gente, ma è il PD  ‘il' partito del territorio, radicato e popolare. Sui tagli operati dal governo e le tasse, Lombardelli sintetizza " per l'Emilia - Romagna significano più di 740 milioni di euro. Dicono di non mettere le mani in tasca ai cittadini, ma saranno i comuni le province e le regioni  a essere penalizzati e non potranno offrire più i servizi che i cittadini chiedono e che in questi anni hanno avuto"  

Del fatto che, del Centro Italia, nessuno parli, discute Ucchielli, per il quale il buon governo del Centro Italia esiste e c'è pertanto la necessità di attrarre, verso lo stesso, entrate finanziare dal governo nazionale. "C'è un'altra Italia che vogliamo costruire - dice - qui infatti c'è anche un modello di partito e di governance" e continua "noi, cerniera dell'unità nazionale, portatori di un'idea diversa dell'Italia". "In queste regioni il Pd è più strutturato, un partito che sa stare sulle questioni e anche tra la gente, in sintonia con la stessa" spiega Ucchielli che prosegue "qui si è provato a mettere insieme un modello di alleanza politica Pd, Idv e Udc per le Marche che potrebbe essere riproposto a livello nazionale, qui si è fatto anche un'operazione di rinnovamento della dirigenza". Della Lega, Ucchielli dice che è un fenomeno demagogico e populista, che pratica sul federalismo un imbroglio mediatico e quotidiano, con un consenso costruito sulla paura e conclude "qui il partito del territorio siamo noi".

Bottini spiega come questa parte di Italia abbia una responsabilità importante per la tenuta complessiva del paese. "Ci unisce - dice - il rispetto del territorio, dell'ambiente ed il senso di solidarietà". Il federalismo che si propaganda è, secondo Bottini, scomposto e secessionistico e la Lega vince dal punto di vista mediatico per il ribattere sugli stessi temi con un format comunicativo e che funziona, così si spiega il successo della Lega, non per il radicamento, quindi, ma per l'immagine che dà di se, anche se poi non è coerente con quello che propaganda. "La Lega specula sulla caduta di valori negli ultimi anni" conclude Bottini.

Sassoli ritiene che, in un momento come questo della vita politica italiana, dove scontiamo 15 anni di semplificazione e antipolitica, il Partito Democratico debba riscoprire le sue forti qualità. "E' indubbio - dice - che nel centro Italia queste qualità son ben rappresentate da un valore che è la qualità della vita che ci invidiano all'estero e che è un pezzo del motore dello sviluppo del paese, un valore che vorremmo condividere anche con le altre regioni di Italia". Questo paese ha bisogno, per Sassoli, di un fronte progressista e una destra diversa da questa, una destra normale "l'alternativa è possibile - dice - se sarà forte nel nostro Paese il Pd, altrimenti non ci sarà alternativa".
Secondo Sassoli la lega non è un fenomeno strano, infatti nel Parlamento europeo, su 500 parlamentari, 120 circa sono xenofobi, euroscettici e di partiti neofascisti. "C'è quindi un vento in Europa contro ‘l'altro' e contro lo stato e che fa dire ‘da solo ce la posso fare'" afferma Sassoli che parte da questo per parlare del ruolo dell'Italia in Europa e per sostenere che "il nostro governo in Europa non c'è, anche su molte politiche che interessano il Centro Italia". "Le amministrazioni di centrosinistra in questi territori e le esperienze del Centro Italia - conclude Sassoli -  hanno tutti i titoli per fare scuola".


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