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Vicenda “Terremerse”, trasparenza e legittimità nei comportamenti della Regione

25 agosto 2010

Pubblicato in: Regione Emilia-Romagna

"Ho presentato di mia iniziativa una relazione alla Procura quando la vicenda fu sollevata lo scorso anno da "Il Giornale" e abbiamo messo a disposizione per la discussione nell'Assemblea regionale quella relazione e gli atti amministrativi. Il mio atteggiamento non cambia".
Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, commenta la vicenda relativa al finanziamento della coop. "Terremerse", rispetto alla quale (anche se non vi sono conferme ufficiali), la Procura della Repubblica di Bologna avrebbe posto sotto inchiesta Giovanni Errani, fratello del Presidente, fino a qualche mese fa a capo della cooperativa.

"Ho piena fiducia nella Magistratura - ha affermato il presidente Errani - e sono certo della legittimità degli atti della Regione assunti senza alcun condizionamento, così come avvenuto per tutti gli altri soggetti imprenditoriali che abbiano beneficiato di finanziamenti comunitari".

"Prendo atto - ha concluso Errani - che c'è chi intende strumentalizzare politicamente l'indagine che, al contrario, è bene faccia il proprio corso. Ciò non mi sorprende e certamente non mi intimidisce, essendo assolutamente sicuro dell'onestà mia e dell'amministrazione. L'ho detto alcuni mesi fa in Assemblea e ovviamente lo riconfermo oggi".

La ricostruzione della vicenda
La ricostruzione della vicenda la fa il Sottosegretario alla Presidenza Alfredo Bertelli, ribadendo quanto già comunicato all'Assemblea legislativa nella seduta del 24 novembre scorso.
Il progetto predisposto dalla coop. Terremerse - per il quale fu presentata istanza di finanziamento all'assessorato all'agricoltura della Regione sulla base di un bando relativo ai fondi del programma di sviluppo rurale 2000-2006 - consiste nella realizzazione di un nuovo stabilimento enologico, necessario alla delocalizzazione di un impianto preesistente. L'importo di spesa previsto, all'atto della domanda di finanziamento, ammontava a 6.006.000 di euro.

Quando è stata approvata la graduatoria di merito, l'importo massimo di spesa ammissibile è stato fissato a 2.500.000 di euro, inferiore al costo effettivo preventivato.
Successivamente alla dichiarazioni di avvio dei lavori (28 gennaio 2006), è stata presentata all'Amministrazione (23 marzo 2006) richiesta di variante al progetto approvato.
E' importante sottolineare che la variante richiesta ha comportato una consistente riduzione della spesa di progetto. In sostanza, la cooperativa ha individuato un lotto funzionale, nell'ambito del progetto complessivo, per un importo di 2.700.000 di euro. Quindi il contributo concesso ed erogato è da ricondursi solo a questa quota di investimenti.
La restante parte di opere ed acquisti è stata realizzata dalla Cooperativa con spese a proprio carico e, in quanto tale, non doveva essere assoggettata a rendicontazione di spesa e di accertamento di regolare esecuzione dei lavori da parte degli uffici regionali (come invece la parte oggetto del finanziamento pubblico), né è stata assoggettata ai vincoli di destinazione.

Il lotto funzionale del progetto che ha riguardato il finanziamento pubblico era relativo alla prima fase di realizzazione dell'impianto (es. sistemazioni esterne, fondazioni, prefabbricati ecc.), mentre sono stati realizzati a totale carico della Cooperativa interventi realizzati in una fase successiva (es. parte degli impianti fissi, e quasi tutte le voci riguardanti le tecnologie produttive).

La cooperativa ha terminato il lotto funzionale finanziato dalla Regione entro la scadenza prevista dai diversi atti amministrativi e naturalmente si è trattato solo di una parte dell'opera  tecnica - funzionale complessiva e finale.
Successivamente, al termine amministrativo previsto per il lotto funzionale finanziato, la Cooperativa può aver completato la rimante parte di investimenti sostenuti esclusivamente con fondi propri. Ciò non è in contrasto con il corretto svolgimento dell'iter del finanziamento, né è vietato da specifiche normative.
Questo spiega perché la pratica per il rilascio dell'agibilità sia stata avviata successivamente agli accertamenti amministrativi, e che l'impianto sia entrato in funzione nella campagna vitivinicola 2008/2009.
Per ciò che riguarda le denunce di produzione dell'annata 2007/2008, esse sono riferite alle produzioni conferite e trasformate dalla Cooperativa nel vecchio stabilimento, oggetto di successiva dismissione.
Esse sono state richieste per verificare le tipologie di vino prodotto, perchè nella Programmazione comunitaria 2000 - 2006, nell'ambito della quale il progetto è stato finanziato, vi erano ancora specifici "vincoli settoriali" che finalizzavano gli aiuti solo a determinate produzioni enologiche (es. DOC, biologico, ecc).

In sede di accertamento finale del progetto realizzato, non esiste il vincolo tassativo dell'operatività dell'impianto finanziato. Questo per ovvi motivi tecnici, in quanto uno stabilimento per entrare a regime può richiedere in alcuni casi tempi più lunghi, anche in funzione della stagionalità dei prodotti trattati.
Il verbale dei tecnici di AGREA, che viene citato in diversi articoli di stampa, è riferito a controlli a campione finalizzati a verificare il rispetto delle normative ambientali da parte dei soggetti beneficiari di contributi comunitari. I tecnici accertatori si sono limitati a constatare una condizione di fatto che non ha influito sull'esito positivo della verifica.
Per ciò che riguarda la fase di liquidazione del contributo pubblico, molte imprese - in considerazione dei tempi particolarmente stretti per la realizzazione delle opere ammesse a finanziamento - avevano lamentato una effettiva difficoltà ad ottenere il certificato di conformità edilizia e di agibilità entro i termini prescritti dalla procedura.

Per far fronte a queste esigenze, la Giunta regionale ha stabilito, con la deliberazione 1224 del 4 settembre 2006, che la Regione potesse procedere alla liquidazione dei finanziamenti anche in assenza di quella certificazione, purché i beneficiari presentassero polizza fideiussoria bancaria o assicurativa a copertura dell'intero importo del contributo spettante, maggiorato del 10%.

La cooperativa Terremerse ha usufruito di questa possibilità, assieme  ad altri 22 soggetti beneficiari.

Fonte: portale Regione Emilia-Romagna (clicca qui)


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