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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Uniti contro la "legge bavaglio"

29 giugno 2010

Pubblicato in: Attualità

Allegati 1 - Volantino "No alla legge bavaglio"

Tutti in piazza per protestare contro la "legge bavaglio", in nome del diritto ad informare ed ad esser informati: i giornalisti accanto ai cittadini, "non il contrario" come accennato, nel corso del primo intervento, da Gerardo Bombonato, presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia-Romagna. Perché si tratta di una battaglia per la democrazia e per difendere la Costituzione Italiana da chi la vorrebbe piegare ai propri interessi. L'hanno capito i Bolognesi che ieri sera hanno risposto numerosi -circa un migliaia di persone- all'appello dei partiti del centro sinistra e delle associazioni promotrici della manifestazione.
Sul palco di Piazza Santo Stefano, la parola viene data ai giornalisti, con Bombonato e Giovanni Rossi della FNSI, ai lavoratori, rappresentati da Silvano De Matteo, uno dei 600 dipendenti dell'OGR di Trenitalia la cui chiusura è stata recentemente annunciata, ai movimenti, con l'intervento di Michele Cosentini, esponente del Popolo Viola e infine al mondo della magistratura con l'ospite più atteso della serata, Antonio Ingroia, procuratore aggiunto distrettuale antimafia di Palermo. Tutti ad una sola voce chiedono che venga fermato il ddl intercettazioni, proprio alla vigilia dell'inizio delle audizioni in commissione Giustizia alla Camera.

"Il tema non è riformare la legge ne renderla più accettabile, insiste Giovanni Rossi, va respinta in nome del diritto dei cittadini ad esser informati per poter giudicare chi ci governa".
Non si tratta affatto della tutela della privacy dei cittadini come sostengono i difensori della legge:"Si parla di riservatezza... ma riservatezza di chi?" si chiede il Segretario della Federazione Nazionale della Stampa Italiana "sono i potenti a non volere che vengano raccontate le loro vicende e le loro discussioni...i cittadini che non hanno niente da nascondere non temono di esser intercettati e per questo una legge che difende solo lo 0,2% della popolazione è anti-democratica".

Dopo il lungo applauso del pubblico, interviene emozionato Silvano Di Matteo: " Io lavoratore voglio che tutti siano uguali davanti alla legge! Io lavoratore non voglio una legge che metta in pericolo i diritti di tutti per l'interesse di qualcuno! Io lavoratore voglio che i giornalisti mi possano raccontare la realtà del mio Paese! Voglio che sia risolto il conflitto di interessi che mette a repentaglio la nostra intera società! E in quanto operaio credo che dobbiamo affrontare questa legge insieme e uniti".
Anche i giornalisti, dal canto loro, affermano di esser pronti alla disobbedienza civile: "Vogliono dei cani da salotto", ripete Giovanni Rossi "ma noi abbiamo proposto di aggiungere alle norme vigenti che già regolano la professione di giornalista alcune cose per migliorare i diritti dei cittadini: ad esempio l'udienza a stralcio per decidere della rilevanza dei fatti prima che siano pubblicati, oppure la creazione di un jury con una capacità di intervento rapido affinché si possa rimediare alla violazione della privacy nei media; ma a loro non importa niente dei diritti dei cittadini".

Per questo la Fnsi ha organizzato a Roma, in piazza Navona, per il primo luglio, una mobilitazione nazionale contro la legge Bavaglio e due giornate di sciopero della carta stampata e delle tv, previste per l'8 e il 9. Non solo, se sarà approvata la legge, i giornalisti sono pronti a rivolgersi a tutti gli organi europei e mondiali, infatti, conclude Rossi, "ciò che sta succedendo in Italia riguarda il mondo intero visto che potrebbe rappresentare un precedente esportabile in altri Paesi democratici".


"La questione non è il potere della magistratura contro la privacy dei cittadini, ribadisce Antonio Ingroia, sono del tutto false le cifre diffuse dal nostro presidente del Consiglio che parla addirittura di 7 milioni di intercettazioni mentre in realtà sono 120 000! La verità è che in Italia la legislazione in materia di intercettazioni è una delle più garantiste, al contrario di paesi come la Spagna o la Francia; la verità è che i risultati più importanti raggiunti negli ultimi dieci anni nella lotta alla mafia sono legati alle intercettazioni". Il procuratore prosegue rivolgendosi direttamente ai cittadini: "Se passerà questa legge cosi come è stata approvata al Senato, non avremo soltanto magistrati privi di mezzi di inchiesta, non saranno soltanto i giornalisti ad esser più intimiditi e insicuri, senza strumenti sarete voi più indifesi e ignoranti!" Poi, sul costo delle intercettazioni avanzato come argomento da chi promuove la legge, Ingroia si infiamma: "Il costo maggiore delle intercettazioni è quello del noleggio delle attrezzature! Basterebbe fornire alla polizia strumenti adeguati, e si coprirebbero i costi una volta per tutte".

clicca qui per vedere le foto della manifestazione

Questo l'elenco dei promotori della manifestazione: Partito Democratico, Giovani Democratici Emilia-Romagna, Italia dei Valori, Sinistra-Ecologia-Libertà, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Socialista, Partito dei Comunisti Italiani, Verdi, CGIL Bologna, CGIL Emilia-Romagna, CISL Bologna, ANPI, ARCI Emilia-Romagna, ARCI Bologna, Arcigay, Arcilesbica, SUNIA, Libera, ACLI, UISP Emilia-Romagna, Il Popolo Viola Bologna, Federconsumatori, MigrAzione, Casa Ba-se, ANCESCAO, AUSER, Associazione culturale Ponte della Bionda, Amici di Piazza Grande, Casa delle Donne, Emergency Bologna, Associazione 3D, Forum Terzo Settore Bologna.





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