Intervista a Stefano Bonaccini, pubblicata su "La Repubblica" di sabato 3 aprile 2010.
l PD risponde alla sfida del grillino Giovanni Favia sul campo delle "politiche di governo". Chiamato in causa dal mini-programma lanciato dal candidato Cinque Stelle, il segretario PD
Stefano Bonaccini dice sì (seppure condizionato da molti "ma") a tre delle sei proposte concrete lanciate dal leader dei grillini. Sì a lavorare insieme sulla
green economy e a creare in Emilia-Romagna una grande
raffineria del silicio ( ma bisogna vedere come), sì a impegnarsi sul
fotovoltaico (ma a terra), sì alla raccolta porta a porta (ma si deve mantenere l'incenerimento dei rifiuti speciali).
"Favia sappia che per la lista Grillo il PD sarà sempre un interlocutore privilegiato e che se vuole confrontarsi con noi avrà di che divertirsi" assicura Bonaccini. "A patto però - detta - che anche lui sia disponibile a votare le proposte del PD. E che la smetta di dire che il PD è un "PD meno la L", perché così si raccontano favolette, che fanno bene alla propaganda ma non alla realtà". Se il presidente
Vasco Errani - fuori città - preferisce non entrare nel merito delle proposte dei grillini, Bonaccini risponde punto su punto. Boccia la proposta di tagliare del tutto i finanziamenti alle scuole materne private paritarie, eccetto le materne: "forse non sa che la stragrande maggioranza delle scuole paritarie sono materne. Dunque si risparmierebbe poco per le scuole pubbliche tagliando alle private". Così come rimanda al mittente l'idea di bloccare i piano regolatori per riconquistare spazi al verde: "si tratta solo di uno slogan, perché per bloccare i piano regolatori bisognerebbe accodarsi con chi ha maturato i diritti".
Sì, invece, al confronto sulle politiche ambientali "che per il PD sono sono strategiche, sia come tutela del territorio, sia come motore di crescita economica e occupazionale, a partire dalla cosiddetta green economy. Ad esempio si potrebbe scommettere sulla filiera delle cosiddette energie pulite e non sul nucleare". Resta il fatto però, conclude, "che Favia dovrà rendersi conto di come la centralità di scuola, formazione, sapere e ricerca sono al centro delle politiche che la Regione porterà avanti nel nuovo corso della nuova legislatura".
