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Partito Democratico - Emilia-Romagna
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Il Partito Democratico si impegna per la tutela dell'acqua pubblica

30 marzo 2010



16 marzo 2010 documento del Partito Democratico per la tutela dell'acqua pubblica a cura dell'on. Alessandro Bratti:

L’acqua è un bene comune dell’umanità, un bene essenziale e insostituibile per la vita. L’acqua non può che essere un bene pubblico e deve essere garantita a tutti nel rispetto dei vincoli ambientali e al massimo livello di qualità, secondo principi di equità e solidarietà e con criteri di sostenibilità per preservarne la qualità e la disponibilità per le future generazioni. 
Dunque non solo l’acqua è necessariamente un bene pubblico ma anche le infrastrutture del servizio idrico, e quindi acquedotti, depuratori e fognature, sono necessariamente beni pubblici, da gestire con criteri di efficienza ed economicità, secondo logiche industriali in grado di assicurare costi sostenibili e qualità del servizio.



L’acqua è un bene scarso e va preservata attraverso la cura del territorio, la manutenzione dei bacini idrografici, la tutela dei corpi idrici e delle aree di salvaguardia. L’acqua è un bene fisicamente limitato e come tale va prelevata e gestita secondo criteri efficienti, in particolare assicurando la migliore manutenzione delle reti di distribuzione, combattendo ogni forma di spreco e governando l’uso della risorsa e la sua assegnazione per i diversi usi, potabili, agricoli e industriali, garantendo l’obiettivo della sostenibilità attraverso incentivi al risparmio idrico e il rispetto di standard di qualità.



Per il Partito Democratico la tutela delle acque, l’accessibilità per tutti, un uso razionale della risorsa che operi dal lato dell’offerta e non si limiti a rincorrere la domanda, l’equità delle tariffe e la massima qualità ed efficienza del servizio sono obiettivi irrinunciabili. 

Altrettanto irrinunciabile è l’obiettivo della copertura totale del servizio di depurazione sull’intero territorio nazionale e più in generale l’obiettivo di una gestione sostenibile della risorsa acqua, con la riduzione quindi di dispersioni, sprechi e usi inappropriati.



Per raggiungere questi obiettivi occorre darsi gli strumenti adeguati.



Innanzitutto una gestione industriale del servizio idrico integrato e la formazione di consorzi tra gli enti locali per realizzare economie di scala, assicurare qualità omogenea e controllabile dei servizi, garantire sicurezza degli approvvigionamenti idrici ed efficienza nella depurazione; un quadro normativo chiaro e stabile che metta fine alla continua incertezza prodotta dai ripetuti interventi del centrodestra; una forte regolazione pubblica, attuata da una authority nazionale di cui siano compartecipi Stato e Regioni, che consenta di definire standard, monitorare i risultati, applicare eventuali sanzioni e quindi incentivi qualità, efficienza e risparmio per migliorare il servizio e garantire al tempo stesso equità e uso sostenibile della risorsa acqua. 
Il Partito Democratico si è opposto alle norme che il governo ha fatto approvare attraverso l’ennesimo voto di fiducia e che spingono di fatto verso una privatizzazione forzata, portando al rischio di monopoli privati nelle mani di poche grandi aziende spesso del tutto estranee ai contesti territoriali in cui viene svolto il servizio; norme presentate sotto il titolo di obblighi comunitari quando in realtà non c’è alcun atto comunitario o sentenza europea che imponga di forzare l’ingresso dei privati nel servizio idrico integrato.



La gestione del servizio idrico integrato, la tutela della risorsa acqua, la garanzia di accessibilità e massima qualità sono temi così rilevanti da meritare un approccio complessivo e articolato che torni a un disegno riformatore coerente e riparta dall’ispirazione positiva della legge Galli, ancora non del tutto attuata a distanza di sedici anni, riconosca e valorizzi il ruolo fondamentale degli enti locali nelle scelte di affidamento del servizio, porti alla realizzazione degli investimenti necessari per migliorare il servizio idrico integrato, stimati in almeno 60 miliardi di euro e nella necessità di garantire la depurazione anche al 34% di popolazione non ancora servita, con un impegno aggiuntivo per garantire lo stesso livello di servizio in ogni area del paese. 



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alessandro bratti |  ambiente |  acqua pubblica |  partito democratico  | 

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