Così
Teresa Marzocchi, membro del Coordinamento politico del PD dell'Emilia-Romagna, commenta la pubblicazione dei dati dell'istituto 'Casa Zacchera'
Riconoscere ai carcerati la dignità di persone e garantire al tempo stesso la giusta pena. Una considerazione due volte importante, visto che non si tratta di detenuti 'comuni' ma di uomini e donne provenienti da ospedali psichiatrici giudiziari. "La struttura
'Casa Zacchera' a
Sadurano ha permesso di dare il via ad
un percorso riabilitativo che non ha precedenti in Italia" - commenta Teresa Marzocchi, membro del Coordinamento politico del Partito Democratico dell'Emilia-Romagna. "Grazie al coraggio e all'impegno di
Gianluca Borghi - che lanciò la proposta quindici anni fa - dell'assessore regionale
Giovanni Bissoni, degli amministratori e delle forze sociali che hanno lavorato sul territorio, abbiamo dimostrato che nella nostra Regione esistono
esempi di welfare costruiti intorno alle persone".
Il progetto di 'Casa Zacchera' è stato reso noto oggi, dopo due anni di sperimentazione, nel corso dei quali si è deciso di sostituire al metodo contenitivo dell'Ospedale Psichiatrico Giudiziario una rete di relazioni e di sostegno, di aprire una breccia tra le sbarre delle celle, per permettere un trattamento più umano dei detenuti e costruire un percorso riabilitativo che ha consentito un notevole miglioramento rispetto alle condizioni di vita degli ospedali psichiatrici.
"I risultati dimostrano il successo di questo progetto" conclude Marzocchi "nessuno dei detenuti ha mai tentato la fuga, e alcuni di loro, scontata la pena, sono tornati a vivere con le proprie famiglie o in piccoli gruppi appartamento. Il governo propone di costruire nuove carceri, di issare mura sempre più alte, ma il caso di Sadurano ci dimostra che la strada che porta ad una vera riabilitazione passa dalle relazioni, dal calore dei rapporti umani e non dalle fredde sbarre di una cella".